LOTTA AL COVID

Caccia alle scorte di Pfizer 

Lo stop ad AstraZeneca (e J&J) per gli under 60 fa saltare i piani della campagna vaccinale. Riduzione delle forniture alle imprese e tagli anche alle farmacie appena arruolate. Il commissario Rinaudo: "Dobbiamo garantire i richiami nei tempi fissati"

Il divieto di usare AstraZeneca anche per il richiamo in chi ha meno di 60 anni ha posto sul tavolo del Dirmei e, in particolare, del commissario per la campagna vaccinale Antonio Rinaudo un problema di non poco conto e da risolvere in fretta: dove trovare le quantità necessarie del vaccino Pfizer per garantire la seconda dose a chi ha fatto la prima con il farmaco messo al bando per gli under 60? 

Sono già partite le richieste per incrementare le forniture di Pfizer così come dell’altro prodotto a mRNA, ovvero Moderna, contraddistinto fin dall’inizio da una distribuzione assai ridotta nei numeri. Nell’attesa e nell’incertezza di una risposta tale da coprire le nuove necessità, in Piemonte si è preferito mettere le mani avanti, “comunicando alle aziende private che hanno istituito loro centro vaccinali – spiega Rinaudo – una riduzione delle forniture”, proprio per ricavare quelle dosi indispensabili per garantire i richiami. Il commissario non esclude di poter agire nello stesso modo anche riguardo alle farmacie, appena entrate nel circuito delle vaccinazioni con l’avvio delle prenotazioni da lunedì e le prime inoculazioni venerdì 18.

Oltre 500 le farmacie coinvolte su tutto il territorio piemontese, dove potranno vaccinarsi le persone dai 18 ai 79 anni non ancora registrati oppure con un appuntamento fissato non prima di dieci giorni. È una nuova, importantissima fase della nostra campagna vaccinale – annunciano in una nota congiunta il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi – che rappresenta un’altra concreta attuazione della nostra volontà di portare il vaccino alle persone nella maniera più capillare possibile”. Una fase che, tuttavia, potrebbe vedere almeno per un certo periodo ridotte le dosi di Pfizer previste se il “dirottamento” dagli hub aziendali non risultasse sufficiente per coprire il fabbisogno per i richiami su chi ha fatto la prima dose di AstraZeneca e ha meno di sessant’anni. Molto dipenderà anche dall’incremento richiesto delle forniture. In più a complicare la situazione e a costringere, come spiega Rinaudo “a una rapida rimodulazione della campagna vaccinale” c’è anche la decisione assunta dal Piemonte di bloccare la somministrazione del vaccino monodose Johnson&Johnson, sempre per gli under 60.

Basato sull’adenovirus, come AstraZeneca, questo prodotto non è stato ancora vietato dal ministero, ma solo raccomandato l’uso al di sopra della stessa soglia d’età. Una decisione assunta “in via precazionale” che comunque impatta, sia pure in maniera meno pesante rispetto alla prescrizione per AstraZeneca, sul piano vaccinale piemontese. E mentre nei frigoriferi delle Asl ci sono circa 113mila dosi del vaccino oggetto della limitazione imposta dal governo, con altre 34mila in arrivo tra una settimana, quello di cui si ha maggiore e urgente necessità è invece il Pfizer. Si calcola che siano oltre 300mila coloro che fatta la prima dose con AstraZeneca e avendo meno di 60 anni dovranno fare il richiamo con Pfizer. Da qui l’avviso alle aziende di una riduzione delle forniture per i loro hub. E il rischio che lo stesso possa accadere per le farmacie. 

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