POLITICA & POLTRONE

Fondazioni, corse (e sgambetti) verso le ultime poltrone libere

In Crt si aspetta la terna di nomi della Regione. In pole Rinaudo, ma Quaglia preferirebbe una donna. Accordo Canelli-Borghi sul manager Terzoli per le province del Nord. Ad Alessandria Gatti in uscita, girano i nomi di Rossa e Borioli, ma la spunterà Maura Leddi

Una poltrona per due. Anche per tre. E se le poltrone da assegnare sono ancora di più, non sorprende l’attenzione che neppure il periodo vacanziero spegne del tutto sul mondo delle fondazioni di origine bancaria in attesa di entrare nel vivo, in alcuni casi, ancor prima dell’autunno. 

Lo stile lontano da quello della politica tipico dei luoghi dove peraltro la politica alberga, condiziona, sceglie e decide, impone che ai toni alti si sostituiscano i sussurri. E, dunque, dal Palazzo di via XX Settembre si tende a non usare termini ultimativi, ma questo non significa che la Fondazione Crt non guardi con attenzione al calendario e a quel che sta succedendo in Regione, ente che deve presentare la terna di nomi tra cui il Consiglio di Indirizzo della fondazione dovrà scegliere il nuovo componente in sostituzione di Anna Maria Di Mascio promossa di recente a membro del Cda.

Un nome pressochè certo, uno probabile e una terza casella ancora da riempire. A questo si è a Palazzo Lascaris dove sulla definizione della terna non si sarebbe ancora trovata la quadra. L’ex pm oggi commissario straordinario per la campagna vaccinale Antonio Rinaudo è il nome su cui il presidente Alberto Cirio non ha dubbi e anche le forze della coalizione sarebbero sostanzialmente concordi. L’ex magistrato pur essendosi preso un po’ di tempo per riflettere sulle eventuali incompatibilità come quella con la direzione regionale di Eurispes e non di meno quella con il futuro ruolo di assessore comunale nel caso di vittoria di Paolo Damilano, resta la prima scelta del governatore.

Molto probabile l’inserimento nelle short list della direttrice del dipartimento di oncoematologia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita Franca Fagioli, già per due mandati componente del Consiglio generale dell’altra fondazione bancaria cittadina, la Compagnia di San Paolo. Il terzo nome è ancora da trovare. Intanto da via XX Settembre filtra un ragionamento che non arriva ad essere un’indicazione, ma certo ha il suo peso: meglio sarebbe se fosse una donna a subentrare a Di Mascio, per evitare di squilibrare ulteriormente il rapporto di genere già molto spostato sui maschi in Consiglio di Indirizzo. Una valutazione che se fosse attribuibile a Giovanni Quaglia, porterebbe Cirio a dover mettere in conto una possibile scelta del presidente della Fondazione, diversa dalla sua. Non sarebbe la prima volta che l’ex presidente della Provincia di Cuneo mostrerebbe nel concreto la sua autonomia. 

A lui guardano anche dal Nord del Piemonte. Le Province di Novara, BiellaVercelli e Vco devono indicare anch’esse una terna da cui scegliere il sostituto di Maurizio Irrera, nominato nel Cda e attuale vicario di Quaglia. I nomi in questo caso ci sono tutti: Emanuele Terzoli, presidente di Acqua Novara Vco, l’azienda che fornisce il servizio idrico integrato nelle due province. L’altro nome è quello di Luciano Garbarino, professore dell’Università del Piemonte Orientale di cui è stato anche rettore nel cui curriculum ci sono molti incarichi come quello nella Consulta della Fondazione Banca Popolare di Novara, nel Comitato di nomina della Fondazione Cariplo per il territorio di Novara, la vicepresidenza della Fondazione della Cassa di Risparmio di Vercelli, il cda dell’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte. Completa la lista Piercarlo Rossi, professore a contratto della stessa Università.

Su Terzoli ci sarebbe un accordo tra centrodestra e centrosinistra, maturato in un ragionamento tra il sindaco di Novara il leghista Alessandro Canelli e il deputato del Pd Enrico Borghi, che porterebbe il manager ad essere il consigliere in pectore della Fondazione, anche se pure in questo caso Quaglia potrebbe propendere per un nome diverso su cui dovrà esprimersi il consiglio di indirizzo. E a proposito molti indicano proprio il curriculum di Garbarino, con quei suoi precedenti incarichi nel mondo delle fondazioni che avrebbero contribuito a consolidare il rapporto con il numero uno di Via XX Settembre.

Sempre in Crt c’è un ulteriore posto da assegnare, quello lasciato libero da Antonello Monti, già presidente dell’Istituto diocesano di sostentamento al clero di Vercelli, passato nel cda della Fondazione. L’indicazione della terna, in questo caso, spetta alla Conferenza Episcopale Piemontese che abitualmente sceglie i candidati tra personalità accademiche o del mondo del volontariato e dell’associazionismo. Una volta riportato il Consiglio di indirizzo al suo plenum, ci saranno ancora ruoli da assegnare: quelli di coordinatori delle due commissioni in seno al consiglio stesso, attualmente presiedute ad interim da Quaglia. E per completare il Consiglio di indirizzo, portando a 18 il numero dei componenti ci sono anche da cooptare da parte dell’organismo tre nuovi membri sui quali concentrano l’attenzione sia il Comune sia la Camera di Commercio. Quest’ultima guardando verso l’Ascom per compensare l’uscita di Maria Luisa Coppa, mentre da Palazzo di Città si punterebbe su Alessandra Siviero, ex presidente della Fondazione per l’architettura.

Un’altra poltrona era stata assegnata più di un anno fa e quello che accadde nell’occasione viene raccontato ancora adesso in riva al Tanaro. Il nuovo statuto prevede che le Province di Asti e Alessandria abbiano, alternativamente, un loro rappresentante nella Fondazione torinese. L’ultima tornata spettava ad Asti, ma questioni sulle nomine della Fondazione CrAsti presieduta da Mario Sacco, manovre per la Cassa di Risparmio al cui vertice è andato l’ex sindaco Giorgio Galvagno, avevano reso difficoltosa la formazione della terna, tanto che poi si sarebbe invertito lo schema passando la palla ad Alessandria che, non pensando di avere quella possibilità, non si era organizzata, né si erano fatti avanti quegli aspiranti che non sarebbero certo mancati.

Eccezion fatta per Corrado Bonadeo, avvocato e commercialista di Tortona, revisore dei conti di molte società e come egli stesso scrive nel curriculum “miglior soldato dello scaglione 1990/91 della Brigata Cremona”. Sarà lui a entrare dal portone di via XX Settembre per Alessandria. Dove la locale Fondazione offre anch’essa un posto da assegnare. Non da subito, visto che Agostino Gatti la occuperà saldamente fino alla primavera prossima. Le manovre per la successione, nel cda presieduto dal notaio Luciano Mariano, allo storico protagonista e regista di tante vicende politiche alessandrina (prima nella Dc poi nel Pd passando per la Margherita ma senza mai restare senza una poltrona e possibilmente un ufficio) sono già incominciate. Non sono in pochi a mirare al posto di Gatti, protagonista di manovre e strategie volte, poi senza risultato, a diventare vicepresidente senza aver disdegnato la massima carica. Dalle parti del Palazzo del Governatore, sede della Fondazione, si spinge più avanti, verso l’autunno, i ragionamenti sul profilo del futuro componente del board. Ma come sempre accade qualche nome, per sondare o per bruciare, circola. Quello dell’ex sindaco del Pd Rita Rossa, per esempio, anche se la diretta interessata si dice ignara di ogni manovra. Spunta pure quello dell’ex senatore, sempre del Pd, Daniele Borioli da poco dimessosi da tesoriere regionale per essere entrato nel cda di Scr, la Società di committenza regionale. Nebbie o segnali di fumo?

Vista l’energia messa dall’ottuagenario Gatti quando si trattò di provare a ottenere la presidenza della Fondazione, difficile che per la sua successione non provi a sistemare un erede a lui gradito. Impresa che s’annuncia difficile al limite dell’impossibile. Già quando un po’ di tempo fa aveva messo lo sguardo sul cda di Ream-Sgr venne stoppato dal provvidenziale invito di Quaglia alle Fondazioni affinché nominassero i presidenti, cosa che avvenne con l’ingresso di Mariano. E sarà quest’ultimo a proporre al Consiglio Generale il nome del nuovo componente del board della Fondazione nei primi mesi del prossimo anno.

Un nome che potrebbe essere, con molta probabilità, quello di Maura Leddi. Due volte parlamentare (nel 2006 alla Camera con l’Ulivo e nel 2008 con il Pd), esordi in politica nel Psi, poi una lunga carriera con incarichi di vertice, capo di gabinetto di Fabrizio Palenzona in Provincia, poi di Enzo Ghigo presidente della Regione, che nel 2002 ne premia il lavoro con un’altra nomina di peso, segretario generale della Fondazione Crt. Un incarico che la inserirà ancora di più nel mondo della finanza anche se il suo nome sarebbe circolato nel 2007 come papabile alla guida regionale del neonato Partito Democratico, con il viatico di Sergio Chiamparino e di Mercedes Bresso. “Non è il mio mestiere”, disse allora. L’ex gran commis, passata per Palazzo Madama e Montecitorio, ha il profilo giusto, dicono dalle parti della Fondazione alessandrina, per portare la sua esperienza. E per impedire a Gatti di tramandare la sua eredità.

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