INTERVISTA

"Vincerà Lo Russo grazie ai Moderati"

Portas suona la carica: "Noi seconda forza della coalizione, centrosinistra in rimonta, possiamo farcela al primo turno". Poi la promessa agli alleati: "Riusciremo a tenere la Circoscrizione 6"

“Fino ad ora abbiamo fatto il riscaldamento, adesso inizia la partita vera”. Usa la metafora calcistica Giacomo Portas, leader dei Moderati, per descrivere l’ultima cavalcata di liste e candidati verso le urne del 3 e 4 ottobre. In questi mesi lo ha fatto capire chiaramente: lui di stare in panchina non ha nessuna intenzione, anzi “ci candidiamo a confermarci come seconda forza della coalizione, in fondo lo siamo da quindici anni”.

Certo Portas, una volta però eravate la lista più vicina al Pd, il più fedele alleato. Questa volta avete fatto dannare l’anima a Stefano Lo Russo.
“Spero che gli elettori apprezzino il nostro No al Movimento 5 stelle. Per me era un punto imprescindibile”.

Paolo Damilano è partito subito forte, il centrosinistra viene dato in rimonta, i sondaggi concordano su un testa a testa: lei come vede queste elezioni?
“Penso che Stefano possa farcela se si mette in testa che deve vincere al primo turno: l’affluenza sarà bassa e questo potrebbe premiare la maggiore capacità di mobilitazione dell’elettorato che ha il centrosinistra”.

Che tipo di campagna elettorale s’aspetta?
“Nei prossimi giorni si scalderà, sono già iniziate alcune schermaglie su green pass, vaccini, il ruolo di Mario Draghi. Questo voto amministrativo avrà una grande valenza politica, ma attenti a non trasformarlo in una disputa su temi nazionali”.

Cosa intende?
“Che il centrosinistra deve tenere il dibattito sulle questioni locali. Sottolineare il disastro di questi cinque anni targati M5s (se penso alle Olimpiadi perse mi si accappona ancora la pelle). Solo parlando di Torino potrà emergere la maggiore competenza, esperienza e preparazione del nostro candidato. Che come dice Sergio Chiamparino è un secchione, ma di quelli simpatici che passano i compiti ai compagni in difficoltà. Con noi ha sempre condiviso le informazioni e ci ha coinvolti in tutte le scelte strategiche sia da assessore sia da capogruppo”.

Il centrosinistra a Torino può contare tradizionalmente su un maggiore radicamento sul territorio, che si traduce in candidati più forti sia in Comune sia nelle Circoscrizioni: quanto può valere questo in termini elettorali?
“È un valore aggiunto importante che può valere fino a un 4 per cento in più. Ma attenzione a pensare che sia sufficiente per lo scatto finale, cinque anni fa perdemmo contro una candidata che aveva una sola lista a sostegno. I cittadini vanno convinti con programmi e idee”.  

Gli indecisi sono ancora tanti, molti più che indecisi sono disinteressati. Come si intercetta quella fetta di elettorato?
“Pensi che il 7 per cento degli elettori sceglie nelle 48 ore immediatamente precedenti al voto. Bisogna astrarre questa competizione dal contesto politico nazionale, parlare della nostra realtà locale. Di ciò che abbiamo in mente, dei nostri progetti. Noi batteremo tutti i mercati e suoneremo a tutti i campanelli. Andremo a cercare i voti anche nel centrodestra, tra quegli elettori moderati che non vogliono sostenere Lega e Fratelli d’Italia”.

Un tempo c’erano i Moderati (con la M maiuscola) a traghettare personale politico dal centrodestra al centrosinistra, anche perché Torino sembrava inespugnabile per chiunque e a stare all’opposizione dopo un po’ ci si annoia. Ora che la città è diventata contendibile abbiamo assistito a transumanze nel verso opposto.
“Non nego che quella di Progetto Torino sia un’ottima operazione politica, anche se non so quanto possa valere in termini elettorali. Da un punto di vista tecnico posso dire che sono usciti un po’ tardi. Quel simbolo doveva iniziare a circolare prima, un mese di manifesti è troppo poco. Bisognerà vedere se ci sarà un effetto traino dei candidati, non so quanti voti abbiano”.

I Moderati hanno amministrato in questi cinque anni la Circoscrizione 6 con Carlotta Salerno e ora avete di nuovo un candidato in quel territorio considerato roccaforte di Lega e FdI. Possibilità di successo?
“Ce la giochiamo, anzi lo dico qui: noi riusciremo a tenere la 6”.

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