EMERGENZA SANITARIA

Furbetti dell'antitetanica in Procura

Cresce il numero dei sanitari che per evitare vaccino e sospensione dal lavoro si fanno immunizzare contro il tetano adducendo un'incompatibilità con il siero anti Covid. Direttiva dell'ex pm Rinaudo alle Asl: "Segnalare alla magistratura ogni caso"

I “furbetti” dell’antitetanica che provano a evitare la sospensione dal lavoro pur non vaccinandosi contro il Covid, facendo riferimento a una inesistente controindicazione legata proprio al vaccino contro il tetano, saranno segnalati alla Procura della Repubblica. È quanto prevede la disposizione impartita dal commissario alla campagna vaccinale Antonio Rinaudo ai direttori generali delle Asl. Spetterà, infatti, a questi ultimi comunicare i nomi degli operatori sanitari ipotizzando il reato di rifiuto in atti d’ufficio, previsto dal codice penale per “il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblco o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo”.

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Una decisione, quella assunta dall’ex magistrato, che trova ragione nel proliferare, grazie al tam tam sui social e nelle chat no vax, di rifiuti a vaccinarsi e nel contempo opporsi al provvedimento di sospensione facendo leva su un’indicazione contenuta nel bugiardino dell’antitetanica dove si prescrive un’attesa di almeno tre mesi dopo l’inoculazione per poter ricevere un vaccino con virus attenuati. “E già qui casca l’asino – osserva Rinaudo – visto che il vaccino Pfizer così come quello di Moderna non ricade in quella categoria essendo basato su Rmna. Non c’è quindi nessun divieto, ma solo la prescrizione di una farmacovigilanza”.

Come già sull’applicazione della legge per quanto riguarda la sospensione da parte degli Ordini professionali, anche in questa circostanza l’ex pm non concede interpretazioni lasche e di comodo: “I direttori generali delle aziende sanitarie sono tenuti a denunciare alla Procura della Repubblica ogni caso di cui vengano a conoscenza”.  

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