Voglio un sindaco non troppo simpatico

Sono di parte, dirò per chi non voto.

Non voterò per chi in questi cinque anni ha confuso l’amministrazione comunale con l’arroganza dell’inesperienza amministrativa. Non voterò con chi confonde l’anzianità di cinque anni in Consiglio comunale con l’esperienza. Non voterò per chi è presentabile se “viaggiasse da solo” ma dietro ha una coalizione che in questi anni è stata antieuropeista, e Torino ha bisogno di Europa; ha dimostrato a livello regionale di non avere presentato persone competenti e quindi non potrà che replicare a Torino il fallimento regionale.

Non faccio appelli a contrastare la “deriva della destra” perché per governare Torino ci vanno competenze e il centrodestra ne ha di persone competenti per amministrare la Città, oltre a quella Metropolitana, ma non le ha schierate.

Si vota chi si è presentato alle elezioni, non chi si desidererebbe come sindaco e il centrosinistra, dopo un lungo travaglio, ha schierato Stefano Lo Russo.

Bene mi auguro di avere un sindaco “non troppo simpatico” ma preparato e da tempo penso che occorra per governare Torino un sindaco che crei empatia con la macchina amministrativa. Essere empatici significa conoscerne i segreti, sapere come agire, quali tasti sfrugugliare per rimetterla in moto. Pensiamo alla questione dell’anagrafe!

Quale programma per Torino? Una parola sola: lavoro. Riportare eventi culturali come mostre e spettacoli significa creare valore e lavoro. Promuovere il turismo e l’enogastronomia significa creare lavoro. Riqualificare le periferie sia con interventi strutturali, sia creando momenti di aggregazione e incontro attraverso il terzo settore, il volontariato, la socialità di strada, significa creare lavoro e solidarietà. Fare rete sociale. Realizzare una transizione ecologica, compresa la mobilità cittadina che non sia decrescita e nemmeno contrapponga bici e auto ma le armonizzi, eliminando quindi alcuni scempi commessi in questi anni.

Smetterla con gli annunci di investimenti industriali che poi sono disattesi, come hanno fatto Comune e Regione in questi anni, vedi Embraco, gigafactory a Mirafiori, Intel, ma lavorare in silenzio per rendere di nuovo attrattiva Torino e poi con il risultato in tasca annunciare il risultato. Questo significa essere credibili come politici e amministratori e creare anche occupazione attraverso azioni che si realizzano.

Auspico una replica ringiovanita e quindi dinamicamente attiva del duetto Chiamparino-Dealessandri aggiornata agli anni Venti del duemila. Magari con una donna, competente.

Ci sono persone competenti nel centrosinistra? Si, a differenza della squadra del centrodestra. Penso a Gianna Pentenero che negli anni passati da assessora al Lavoro della Regione Piemonte ha dato un contributo notevole e professionale a gestire le tante crisi industriali, molte risolte e altre (purtroppo) ancora in corso dove primeggia lo scaricabarile del governo regionale attuale anziché la capacità di proporre soluzioni. Perché il centrodestra non ha messo in campo le persone valide e competenti su questo terreno? Quello che non convince nel centrodestra è il fatto che la “buttano”, in politica invece occorre essere buoni amministratori e per diventarlo non basta mandare un curriculum a Matteo o a Giorgia o a Giuseppe per stare nel terzo schieramento.

Ho visto tante persone preparate e con la voglia di mettersi in gioco, in discussione, senza pensare che sarà l’effetto trascinamento del consenso al leader di turno a garantirgli l’elezione. Anzi, se oggi nella coalizione di centrosinistra c’è un po' di sfiducia nei partiti che lo compongono è una ragione in più per eleggere chi è preparato, competente e ha voglia di mettersi al servizio della Comunità a partire dalle Circoscrizioni perché è nella gavetta delle problematiche del territorio che si diventa buoni amministratori.

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