LO SCONFITTO

"Torino non ha voluto il cambiamento", la cocente delusione di Damilano

Assieme ai complimenti di rito a Lo Russo chiede di "prendersi cura della città nel momento più complicato della sua storia". Con l'alto tasso di astensionismo "è la sconfitta della politica". resterà in Sala Rossa a fare opposizione

“Oggi voglio fare i complimenti a Stefano Lo Russo per una campagna elettorale corretta e sempre all'insegna del dialogo”. È all’insegna del fair play la reazione del candidato sindaco di centrodestra a Torino, Paolo Damilano, di fronte all’esito elettorale che ha visto la vittoria di Lo Russo. “Oltre ad augurargli buon lavoro – aggiunge – gli chiedo di prendersi cura di Torino nel momento più complicato della sua storia”. Sulle ragioni della sconfitta l’imprenditore ha le idee abbastanza chiare: la città si è arresa e ha risposto con l’astensione. “Torino non ha avuto voglia di lottare per il cambiamento”, quello che a suo dire lui stesso interpretava con la sua proposta. “La vera sconfitta è la politica, è il fatto che la città non abbia voluto lottare. Nelle periferie c’è grande disillusione e la pandemia ha accentuato ancora di più le problematiche. C’è una parte di Torino che ha smesso di lottare, su cui dovremo riflettere. Queste persone ci hanno raccontato di aver avuto tante promesse nelle scorse elezioni. Dal punto di vista percentuale abbiamo avuto risultati molto buoni, ma era tale la disillusione e la rabbia di chi non ha mantenuto le promesse e non siamo riusciti a recuperarli. Il centrodestra è maggiormente penalizzato dai dati sull’astensionismo”.

Sul piano politico non può non registrare una cocente delusione. Quello di “Torino in questa corsa elettorale è il risultato di un centro che fatica a trovare rappresentanti nei partiti e non vuole estremismi, ma solo dialogo, concretezza e progetti. Torino è la città dove cominciano le cose e questa avventura è cominciata”. Messaggio chiaro indirizzato alle forze del centrodestra. Dal leggio della sala Colonne del municipio commenta l’astensionismo, che questa volta fa ancora più male: “Tre torinesi su cinque hanno deciso di non votare il sindaco, rappresentano il primo partito che non ha voce in consiglio comunale”. Nonostante lo sconforto, Damilano conferma la promessa di sedere tra i banchi dell’opposizione, senza rassegnazione e lavorando per “coinvolgere tutte le torinesi e i torinesi uno a uno che si sentono abbandonati dalla politica”. La sua gratitudine va poi alla sua lista civica Torino Bellissima, partita come gruppo di “torinesi coraggiosi” che si sono “trovati come seconda forza politica. Abbiamo avuto straordinari compagni di viaggio, gli amici di Progresso Torino. Dopo questo voto le due liste diventeranno un solo progetto che lavorerà per il bene della città. Lo faremo con una opposizione costruttiva – ha spiegato – che non dirà mai di no ai progetti di miglioramento della città. Saremo costantemente attenti perché neanche un euro venga sprecato o usato per fare un debito cattivo. Vigileremo perché le periferie abbiano finalmente il posto che meritano e perché' nessuno venga lasciato indietro, Il nostro progetto è il risultato di un centro che fatica a trovare rappresentanti nei partiti e non vuole estremismi ma solo dialogo, concretezza e progetti”. In ultimo si toglie qualche sassolino dalle scarpe: “Ho visto grande partecipazione da parte dei partiti a livello nazionale, li ho visti forse un po’ più pigri a livello locale: i risultati credo lo abbiano in parte dimostrato”.

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