LAW AND ORDER

Sicurezza e coesione sociale,
gli impegni del nuovo prefetto

Primo incontro con la stampa per Raffaele Ruberto: "Torino è una bella sfida, come salire su un treno in corsa". E sui continui cortei di no vax e no pass avverte: "Coniugare il diritto a manifestare con la vivibilità dei centri storici"

“Bisogna coniugare le ragioni del diritto a manifestare con quelle della vivibilità dei centri storici e delle attività che vi si svolgono il sabato pomeriggio, il che include anche il diritto a fare impresa dei commercianti. La linea finora adottata a Torino, che condivido, è stata di garantire le manifestazioni ma evitare che possano paralizzare il centro e le sue attività, a partire appunto dal commercio”. Così il nuovo prefetto Raffaele Ruberto nella prima conferenza stampa dal suo insediamento, interpellato dai giornalisti sulla condotta che adotterà rispetto alle manifestazioni di protesta che sempre più spesso coinvolgono la città, soprattutto dopo la lettera alla Prefettura inviata dall’associazione dei commercianti di Torino (Ascom) per chiedere uno stop ai cortei. “Uno dei primi atti che ho compiuto – ha detto Ruberto – è stato incontrare i vertici delle polizie. Dobbiamo fare in modo che si possa manifestare pacificamente, anche se con qualche disagio per automobilisti, come io stesso ho dovuto constatare. In ogni caso, non si può vedere tutto bianco o tutto nero, si devono far convivere tutte le diverse esigenze”.

Il nuovo prefetto arriva da Caserta ma conosce la realtà del capoluogo piemontese per esserci già stato come prefetto vicario dal 2010 al 2012. Intende lavorare per la “tessitura di forti relazioni istituzionali” e per la “coesione sociale”, e non pensa di abbassare la guardia su temi come le infiltrazioni della criminalità organizzata. Ma soprattutto Ruberto vede il suo ruolo “un po’ alla francese” perché, afferma, “per il cittadino lo Stato è uno solo e quanto più sviluppato è il decentramento, tanto più deve essere forte il ruolo di chi rappresenta lo Stato”. “Mi sento di salire su un treno in corsa – ha esordito al suo primo incontro con la stampa, alludendo alla settimana fitta di appuntamenti che si apre oggi – il mio compito prioritario è occuparmi di ordine e sicurezza pubblica in stretto raccordo con il questore. Porrò anche una grande attenzione all’aspetto delle relazioni istituzionali, con l’obiettivo di contribuire alla coesione sociale: un cittadino che si sente abbandonato è un duro colpo per chi rappresenta lo Stato”.

“Torino è una bella sfida – ha osservato Ruberto – e ciò che mi induce a impegnarmi ancora di più è che si tratta di una città metropolitana, con tutte le complessità che ciò implica. Vengo da un’area geografica del Sud, la provincia di Caserta, dove ci sono molteplici criticità. In un territorio come quello, il prefetto è indispensabile, si ritrova un po’ anche a fare supplenza rispetto ad altre istituzioni. Si può pensare che in un’area più evoluta come quella di Torino la pregnanza della figura prefettizia sfumi un po’. Ma la complessità dell'area metropolitana dà luogo a problemi e criticità che non sono da meno rispetto a quelle aree”. “Tendo a non sottovalutare mai le situazioni – ha sottolineato il nuovo prefetto – le aree metropolitane richiedono interventi non meno attenti di quelli delle zone infiltrate dalla criminalità. Le mafie vanno dove c’è il denaro, verso le zone dove il tessuto economico è più evoluto, mentre al sud tendono semplicemente a rimarcare il loro potere sul territorio. La mafia di oggi è imprenditrice, per questo anche a Torino non possiamo abbassare la guardia”.

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