ECONOMIA DOMESTICA

Da grande malato a locomotiva,
ora il tessile traina l'industria

La produzione in Piemonte cresce del 4,1% nel terzo trimestre dell'anno. Incrementi ancora più consistenti per il fatturato (+10,8%). Tra le province volano Novara e Biella. La crisi dei semiconduttori penalizza i mezzi di trasporto. L'analisi di Unioncamere

È stato il grande malato dell’industria piemontese nell’ultimo decennio, ora si ritrova a trainare la ripresa. È il settore tessile a far registrare la migliore performance nell’indagine congiunturale sulla produzione industriale pubblicata da Unioncamere in cui viene fotografato un altro trimestre con segno più. Continua a crescere il Piemonte industriale, che nel periodo agosto-settembre 2021 fa registrare un +4,1% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, quando l’Italia e il resto d’Europa faticosamente provavano a tirarsi fuori dalla palude economica in cui erano piombate per via delle restrizioni dovute al Covid. L’indagine ha coinvolto 1.832 imprese manifatturiere piemontesi, per un numero complessivo di 128.388 addetti e un valore pari a circa 52 miliardi di euro di fatturato.

Dopo la crescita del 5%, segnata nei primi tre mesi dell’anno, nel secondo trimestre si era registrato un forte rimbalzo (+25,1%) dovuto anche al confronto con il punto di minimo toccato nel 2020, ora si vive un naturale e prevedibile rallentamento dell’intensità espansiva che si attesta comunque su livelli superiori a quelli precedenti alla pandemia.

All’incremento del 4,1% della produzione industriale piemontese si associano, nel periodo luglio-settembre 2021, crescite anche per tutti gli altri indicatori. Il fatturato totale registra un aumento del 10,8%, grazie soprattutto al trend positivo evidenziato dai mezzi di trasporto, dalla filiera tessile e dai metalli. Gli stessi settori spingono il risultato del fatturato estero che cresce del 19,1%. Sul fronte degli ordinativi, lo sviluppo sul mercato interno si attesta al +10,8%. La variazione tendenziale degli ordinativi esteri risulta pari a +13,7%, frutto della forte espansione degli ordinativi oltre confine dei mezzi di trasporto e dei prodotti meccanici. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 67,1%, prevedibilmente superiore al 61,8% del terzo trimestre 2020, ma anche maggiore rispetto al 65,8% dell’analogo periodo del 2019.

“I dati ci mostrano un Piemonte in crescita, che registra buone performance nella maggior parte dei settori di specializzazione e in tutte le province regionali. Abbiamo inoltre recuperato terreno su comparti, come il tessile, che erano in affanno durante gli ultimi mesi” afferma il presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia.

L’unico comparto che mostra un andamento negativo (-5,3%) è quello dei mezzi di trasporto, fortemente condizionato dalle problematiche di approvvigionamento di semiconduttori che colpiscono anche le imprese appartenenti alla stessa filiera all’estero. La crescita più intensa riguarda proprio il tessile e l’abbigliamento (+9,3%), settore che più aveva patito nel 2020 e che già risultava in crisi negli anni precedenti all’epidemia. Un incremento produttivo di 8,4 punti percentuali caratterizza l’elettricità e l’elettronica, seguita dalla filiera del legno con uno sviluppo del 7,9%. Al di sopra della media regionale troviamo anche i metalli (+7,8%), l’alimentare (+6,9%) e la meccanica (+6,2%). Le aziende della chimica/plastica segnano, invece, uno sviluppo inferiore a quello medio, registrando una variazione tendenziale della produzione del +2,0%.

La crescita quest’anno dovrebbe toccare quindi tutti i comparti produttivi, con un’intensità modesta per il valore aggiunto dei servizi (3,8%) e del settore primario (4,4%), mentre decisamente più solida e superiore al dato totale è la ripresa per le costruzioni (20,5%) e per la manifattura (10,5%), settore quest’ultimo che in regione ha una quota superiore alla media nazionale (25,2 rispetto al 19,9 dell’Italia).

Se le imprese più grandi sono quelle che hanno meglio retto l’urto della pandemia, quelle più piccole – che hanno resistito alla buriana – sono ora pronte a rilanciarsi nel mercato. E sono proprio le aziende di piccole dimensioni (10-49 addetti) a segnare una crescita della produzione importante (+7%), insieme a quelle di medie dimensioni (50-249 addetti) che crescono dell’8,1%. Le micro imprese (2-9 addetti) si sviluppano del 2%, seguite dalle grandi realtà (250 addetti e oltre) che evidenziano l’aumento più contenuto (+1,8%).

Segno più per tutte le province piemontesi con le performance migliori che si realizzano nel quadrante Nord, trainato proprio dall’industria tessile e dell’abbigliamento, oltreché della chimica e della metalmeccanica. Novara evidenzia l’incremento produttivo più consistente (+12,1%), seguita dalla vicina Biella (+11,7%). Dopo l’exploit di tre mesi fa si stabilizza Torino, dove lo sviluppo dell’elettricità ed elettronica, dei metalli e dell’alimentare viene attenuato dalla contrazione dei mezzi trasporto (+3,3%). Alessandria, infine, mostra la variazione meno intensa (+1,5%) nonostante il risultato più che brillante esibito dal settore orafo.

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