PIAZZA CASTELLO

"Il rimpasto non è in agenda", Molinari stoppa i piani di Cirio

Per il segretario piemontese della Lega non se ne parla di cambiare assessori. "Ormai neppure più il governatore lo chiede". Il Carroccio, tra la linea di Salvini e quella dei governatori su Green Pass, rinvia l'assemblea programmatica e fa slittare i congressi

Non è neppure questione di settimane o mesi. “Un rimpasto di giunta in Regione non è in agenda”, risponde Riccardo Molinari, chiudendo la porta senza esitazione a timori e speranze, preoccupazioni e ambizioni che da tempo si alternano e contrappongono all’interno del centrodestra, o meglio ancora proprio nel partito che il capogruppo alla Camera guida in Piemonte. Sono tutte della Lega le poltrone i cui attuali titolari, chi più chi meno, sono stati a lungo dati come traballanti. E non certo senza fondamento. 

Non è un mistero che Alberto Cirio abbia coltivato da parecchio tempo il proposito di fare alcuni cambiamenti nella sua squadra, a partire dal ruolo più pesante, quell’assessorato alla Sanità dal quale rumors di piazza Castello hanno dato periodicamente in partenza Luigi Icardi il cui rapporto con il governatore in questi quasi tre anni di legislatura è stato segnato da innumerevoli tensioni, talvolta al limite della rottura. 

Nello schema del presidente c’erano anche cambiamenti, potenzialmente meno dirompenti e archiviabili come aggiustamenti di percorso. È il caso dell’ipotizzato passaggio della delega all’Agricoltura da Marco Protopapa al vicepresidente Fabio Carosso, con l’assegnazione dell’Urbanistica al primo, senza arrivare ad escludere una sua possibile uscita dalla compagine di governo regionale. Forse unico cambiamento che verrà attuato. Schemi e ipotesi, come quella di assegnare la Sanità al consigliere novarese Riccardo Lanzo preallertato almeno un paio di volte dal governatore, che svaniscono spazzati via dalle parole, chiare e nette, di Molinari. Rafforzate, semmai ce ne fosse bisogno, da una sottolineatura non da poco che a proposito del rimpasto il segretario regionale della Lega fa ricordando come “non lo chieda neppure più neppure Cirio”.

Se i potenziali giubilati, a partire da Icardi, possono scrivere sulle loro scrivanie hic manebimus optime senza timore di essere smentiti, qualcuno nella Lega masticherà amaro dovendosene fare una ragione. Che il titolare della Sanità non abbia quel che si dice un compatto fans club nel gruppo consiliare così come in alcune roccaforti leghiste, come quella novarese, è tutt’altro che un segreto. Anche per questo le parole inequivocabili di Molinari, non solo archiviano malcelate intenzioni del governatore, ma si pongono come elemento normalizzatore rispetto a spinte e controspinte all’interno del partito in un periodo in cui di tutto fuorché di tensioni c’è bisogno. La non certo univoca linea di Matteo Salvini con quella dei governatori sul Green Pass e poi sul Super Green Pass, il risultato alle recenti amministrative e, sotto la cenere, il malcontento di settori del partito rispetto all’inseguimento di Giorgia Meloni da parte del Capitano su più di un tema, accompagnano la Lega verso la stagione dei congressi e ulteriori appuntamenti elettorali in una seri di comuni.

Proprio il più ravvicinato degli appuntamenti, l’assemblea programmatica messa in calendario per il prossimo 11 settembre, è stata spostata in avanti, probabilmente a gennaio. “Come faccio a fare un’assemblea con 2mila persone quando qualche giorno prima entra in vigore il Super Green Pass che limita l’attività di milioni di italiani?”, spiegava ieri Salvini senza rinunciare a una velata polemica contro il provvedimento che pone limiti più severi ai non vaccinati.   

Uno slittamento che trascinerà anche i congressi, da quelli di sezione fino a quello federale. E se in quella della Lega piemontese e di conserva dell’intero centrodestra non c’è il rimpasto di giunta, ci sono invece sottolineate le elezioni comunali in due importanti capoluoghi: Cuneo e Alessandria. Se nella capitale della Granda le possibilità di conquista per il centrodestra sono ridotte meno che al lumicino, situazione diametralmente opposta nella città di Molinari dove il borsino dà l’attuale sindaco leghista Gianfranco Cuttica con ottime chance di riconferma. Aprire un fronte con cambi nell’esecutivo regionale, in questo contesto, è l’ultima cosa cui pensa Molinari. E poi se non lo chiede neppure più il governatore… Chissà.

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