PALAZZO CIVICO

Un "maschiaccio" nel gineceo di Lo Russo

Il sindaco sempre più beato tra le donne. Il nuovo direttore generale è Alessandra Cimadom, 42 anni, laureata in informatica, con alle spalle importanti posizioni di vertice in società private. A lei il compito di riorganizzare la macchina operativa del Comune

La trattativa sembrava arenata sugli scogli di questioni economiche e contrattuali, ma alla fine il tignoso Stefano Lo Russo l’ha spuntata. A tre mesi dalla sua elezione anche l’ultimo tassello del puzzle è andato al suo posto: sarà Alessandra Cimadom, manager di 42 anni, il direttore generale di Palazzo Civico. Toccherà a lei il compito di riorganizzare la macchina operativa del Comune, passo fondamentale, secondo il sindaco, per dare nuovo slancio all’attività amministrativa.

Esperta in processi decisionali e gestione del personale, Cimadom è nata a Ivrea e ha una solida esperienza nel settore privato, da Motorola a Reply. È stata sin dall’inizio la prima scelta di Lo Russo ma il suo ingaggio è rimasto per qualche giorno in standby: problemi relativi al compenso – visti i vincoli imposti dal settore pubblico – e su alcuni dettagli normativi. Ostacoli poi superati con un piccolo ritocco del premio annuale, che dovrebbero portare l’emolumento intorno ai 200mila euro all’anno, e ad alcune clausole su un’eventuale rescissione anticipata del rapporto di lavoro.

Cimadom ha vissuto gran parta della sua vita nel Canavese prima di trasferirsi a Torino. In una recente memoria si è definita “impallinata di sport” al punto che dopo le scuole superiori avrebbe voluto frequentare l’Isef (oggi Scienze motorie), ma “non sembrava potesse offrirmi un futuro solido”. Di qui la decisione di iscriversi prima a Scienze politiche e, dopo un anno, di virare (operazione a lei familiare essendo anche appassionata di vela) verso Informatica. Una facoltà per “maschiacci” come lei stessa ha ammesso dopo essersi ritrovata quasi unica donna in aula. Ma non ha sofferto di solitudine, anzi i colleghi uomini li ha messi tutti in fila, alle sue spalle, quando si è laureata con 110 e lode e menzione di stampa, oltre al premio di miglior tesi delle facoltà scientifiche di quell’anno accademico. 

Da quel momento è iniziata la sua ascesa: terminato il percorso universitario ha vinto un contratto come consulente di Motorola a Swindon, in Inghilterra, e – tornata in Italia – è stata ingaggiata da Reply con un contratto di “analyst”. Poi il passaggio a un’altra società di consulenza, Altran, dove si è occupata di energia, un incarico a Milano, fino al grande salto in EY (già Ernst & Young) dove nel 2019 assurge al rango di “partner”. Una carriera fulminante in cui si è occupata essenzialmente di energia e telecomunicazioni, skill che la rendono il profilo ideale anche per gestire in prima persona la partita del Pnrr (evitando così al Comune di dover ricorrere a costosissime consulenze esterne). Ha tre figli – due con l’attuale compagno, uno arrivato in dote dal precedente matrimonio.

Una donna volitiva, anzi un “maschiaccio” che ora dovrà integrarsi nel gineceo che si sta formando attorno al primo cittadino di Torino, il quale ha scelto il gentil sesso in quasi tutte le più importanti caselle della sua amministrazione. Metà della giunta è rosa, a partire dal vicesindaco Michela Favaro, la prima a essere informata sulla scelta del city manager, donna il segretario generale Rosa Iovinella e pure la sua principale collaboratrice (e probabile capo di gabinetto), Valentina Campana. Ad affiancare Cimadom ci sarà Antonino Calvano, attuale direttore del settore Partecipate, molto apprezzato dal sindaco che avrebbe deciso di valorizzarlo affidandogli ulteriori competenze.

print_icon