EMERGENZA SANITARIA

Liste d'attesa, mistero sui numeri

Il piano da 50 milioni per recuperare gli arretrati arranca. Chiesta alle Asl la fotografia della situazione entro lunedì. Perla (Aiop): "Per aggredire il fenomeno servono dati certi e procedure rapide". Il governatore (ottimista) promette la soluzione entro fine anno

Il fatto stesso che venga chiesto ai direttori generali di Asl e Aso di fornire alla Regione entro lunedì una fotografia dettagliata della situazione delle liste d’attesa, la dice lunga su come stia andando il piano per smaltire due anni e più di arretrati nelle prestazioni sanitarie. 

Diciamo subito che non è un problema di soldi: il Piemonte ha messo sul piatto 50 milioni di euro e casomai non bastassero se ne potrebbero aggiungere altri. Il problema, invece, è nell’organizzazione e nella gestione di un’operazione, non semplice ma certamente non impossibile, che sta in capo proprio alle aziende sanitarie. Non avere un quadro esatto e aggiornato di quanti sono i cittadini che aspettano, e da quanto tempo, di poter essere curati, operati, visitati e quali siano i numeri precisi prestazione per prestazione, Asl per Asl, è un ostacolo che può risultare insormontabile a dispetto degli annunci. Come quello ancora di ieri del governatore Alberto Cirio: “Abbatteremo entro l’anno gli arretrati e rientreremo nei parametri europei”.

Che ci sia più di qualcosa che non sta andando per il verso giusto lo conferma la decisione dello stesso presidente della Regione che insieme all’assessore Luigi Icardi ha deciso di incontrare i rappresentanti della sanità privata, Josè Parrella per l’Aris, l’associazione che raggruppa le strutture religiose e Giancarlo Perla presidente di Aiop, l’organismo di rappresentanza delle cliniche e dei laboratori “laici”, cui è stato chiesto ormai da qualche settimana di concorrere (ovviamente retribuiti) al piano per ridurre le liste d’attesa. Ma proprio dai privati è arrivata la domanda, nient’affatto provocatoria, al governatore se i vertici delle Asl conoscano con certezza e attualità i numeri delle liste d’attesa. Perché qui sta il punto e gran parte del problema ad oggi irrisolto. “Se non si hanno liste aggiornate, ripulite da prenotazioni superate per varie ragioni, e la contezza precisa dei tempi e delle prestazioni risulta difficile operare”, come spiega Perla. “Se non si hanno dati certi non si può aggredire il fenomeno nella maniera giusta”, prosegue il presidente di Aiop. 

“Useremo il metodo Dirmei, che non vuole dire assegnare un budget e poi scoprire a fine anno che non è servito: noi daremo un obiettivo – ha annunciato Cirio –  controlleremo settimanalmente, e ci metteremo a disposizione per dare supporto e aiutare le aziende a raggiungerlo”. Buone intenzioni già annunciate e ribadite che, tuttavia, non possono prescindere dalla capacità di attuazione, nei tempi prefissati, in capo alle aziende sanitarie.

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