ORE E SEMPRE RESILIENZA

20 milioni a un paesello di 87 anime, sul Pnrr la Regione pensa in piccolo

Sconcerto per la scelta di Elva, minuscolo centro della Val Maira, quale "progetto bandiera" del Piemonte. Accantonato il rilancio della Palazzina di caccia di Stupinigi che venne presentata come la "nostra Versailles". Il partito trasversale della Granda e la giunta barotta

Piccolo è bello, ma bisogna pensare in grande. Tanto più quando si tratta di scegliere come utilizzare i tanti soldi del Pnrr, facendo sì che il loro investimento produca un effetto leva e moltiplicatore per lo sviluppo economico.

La premessa s’attaglia certamente al piccolo borgo di Elva, 87 abitanti che arrivano a superare di poco il centinaio in estate nella Val Maira, i cui avi meritarono l’appellativo di cavié avendo per mestiere la raccolta di capelli femminili per produrre parrucche. Al minuscolo borgo della Granda non fa, per nulla, difetto la bellezza che nel XV secolo ebbe interprete Hans Clemer, pittore fiammingo poi noto come Maestro d’Elva.

Ma si è pensato in grande quando la giunta regionale, tornando sui suoi passi rispetto all’iniziale scelta di Stupinigi come luogo su cui issare il vessillo di progetto bandiera e far arrivare i soldi dell’Unione Europea, ha optato per il borgo cuneese e il recupero della sua storica strada del Vallone, otto chilometri molti dei quali scavati nella roccia? I dubbi non certo sul pregio dell’opera e il valore di un suo recupero, bensì proprio sul ritorno di un investimento da nientemeno che 20 milioni di euro, non sono pochi. Accresciuti dall’improvviso cambio di rotta della Regione, motivato con problemi sollevati dal ministero dei Beni Culturali sui requisiti di Stupinigi con la sua Palazzina di Caccia attorno alla quale sarebbe dovuta sorgere una cittadella culturale.

Quella che l’assessore alla Cultura Vittoria Poggio aveva definito come una piccola Versailles era stata annunciata, con legittima enfasi, quale luogo su cui “siamo pronti a raccogliere la sfida – parole del presidente Alberto Cirio –  con un progetto ambizioso che  non coinvolgerà solo la residenza reale, ma anche le sue cascine e le antiche botteghe”. Pareva fatta.

Ma prima ancora dei dubbi che sarebbero stati sollevati dal ministero (oggettivamente risultati poi utili per giustificare l’abbandono di Stupinigi a favore di Elva, dal Cuneese avevano preso a soffiare venti contrari a chi i fondi europei andassero “ancora una volta a Torino”. Dal comune di Cuneo, con il sindaco Federico Borgna, così come dall’Uncem l’associazione dei comuni montani, e via via da altri stakeolder della provincia l’invito pressante a “rivedere” la decisione sulla residenza sabauda è arrivato in piazza Castello. Ascoltato.

Il fronte politicamente trasversale della Granda ha fatto leva sul fatto che il bando è indirizzato ai borghi, anche se il Friuli ha proposto Gorizia che proprio un borgo non è e la più vicina Liguria ha avanzato la richiesta per la rivierasca Andora, ne piccola, né abbarbicata sull’Appennino. Ma la leva più forte su cui ha potuto fa conto il fronte cuneese è stato proprio quello geografico dell’attuale governo regionale, non di rado anzi spesso incline a una sorta di riflesso pavloviano, tra revanche e superamento di un complesso di inferiorità, nei confronti di quel che ha a che fare con Torino. E poi, difficile da non contemplarlo, un certo strabismo a favore della terra da cui arriva non solo il governatore, ma parte della sua squadra, la cosiddetta giunta barotta.

Tant’è che lo stupore all’annuncio della scelta del paesino della val Maira è stato tanto e diffuso, non solo in Città Metropolitana dove il clima è teso e la questione considerata non proprio conclusa, ma anche tra non pochi esponenti dello stesso centrodestra, tra cui alcuni parlamentari torinesi, che notano come la questione non sia di campanile, ma di sostanza. Nessuno nega la bontà del progetto di recupero della strada del Vallone, ma non pare essere l’utilizzo dei fondi del Pnrr il mezzo opportuno per attuarlo. 

Se il Pnrr deve essere un volano per l’economia, declinata nei vari settori, riesce oggettivamente difficile immaginare un ritorno di presenze turistiche e quindi un moltiplicatore dell’investimento sul territorio dal borgo della Val Maira paragonato al complesso di Stupinigi. Non si tratta né di premiare, né di aiutare una località che pure ne avrebbe pieno titolo. Non è questo lo spirito del Piano di ripresa e resilienza che non a caso ha la sua denominazione europea in Nex Generation, indicando, appunto, la finalità di investimento per il futuro. Un mese fa Cirio, in visita in Val Maira, promise la ricerca di una soluzione per la strada del Vallone. Promessa mantenuta e soluzione trovata. Forse perdendo l’occasione di investire nella maniera più redditizia i 20 milioni. E, pur non negando che piccolo è bello, di pensare in grande. Non alla Granda.

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