VERSO IL VOTO

Cuneo, la "Granda" incertezza.
In stallo la scelta dei candidati
 

Nel centrodestra si gioca a rimpiattino tra FdI e Lega su a chi tocchi la designazione. Spunta l'ipotesi Bernardi, presidente della squadra di calcio. Tensione nel centrosinistra. Sale il borsino per Manassero, con il via libera dell'uscente Borgna che ha "tradito" gli impegni

La Granda incertezza. Quello che racconta manovre e trattative, frenate e sterzate a destra come a sinistra nella scelta dei candidati a sindaco per la città di Cuneo è un film dove i titoli di coda si avvicinano quando ancora il finale appare lontano. A due mesi e una manciata di giorni dalla data del voto, fissata al 12 di giugno, se nel centrodestra si annaspa, non va granché meglio sul fronte opposto. In entrambi gli schieramenti i nodi da sciogliere non sono pochi, mentre è tutt’altro che molto il tempo a disposizione. Tant’è che su un fronte come sull’altro si susseguono incontri quasi senza soluzione di continuità.

L’alleanza di centrodestra allargata all’Udc e alla lista civica Grande Cuneo cercheranno di trovare una quadra venerdì in un incontro cui parteciperà anche il presidente della Regione Alberto Cirio seduto al tavolo con i capataz locali di LegaForza Italia e Fratelli d’Italia, oltre a quelli delle ulteriori due formazioni. A dar conto a quanto trapela in vista della riunione e alla luce di quanto emerso dalle precedenti, più che una corsa ad accaparrarsi la figura cui affidare il non facile tentativo di portare il centrodestra alla guida della città dopo i dieci anni da sindaco di Federico Borgna e la sua maggioranza di centrosinistra pare un gioco del cerino. Vero o dietro il quale mascherare fino all’ultimo strategie?

Certo è che formalmente FdI con il capogruppo in consiglio regionale e uomo forte del Cuneese Paolo Bongioanni spiega che l’indicazione del candidato sindaco spetta alla Lega, rimandando la palla al parlamentare calderoliano Giorgio Bergesio. Una generosità sospetta agli occhi di più d’uno quella dei Fratelli, tanto più tenuto conto della tensione con il Carroccio piemontese acuita proprio dalle decisione di Bongioanni di portare dinanzi al Tar la contestata elezione dell’ufficio di presidenza di Palazzo Lascaris. Uno schema che non pare affatto condiviso dagli alleati, tant’è che lo stesso governatore parlando con i suoi in vista dell’incontro avrebbe spiegato che tocca, invece, proprio al partito di Giorgia Meloni esprimere l’aspirante successore di Borgna. La Lega ha indicato il candidato a Savigliano, Forza Italia di fatto ha messo in campo a Mondovì l'architetto Enrico Rosso, il quale se la vedrà con Luca Robaldo capo segreteria di Cirio ma sostenuto da un rassemblment civico, quindi nel capoluogo il pallino è nelle mani dei Fratelli. Finirà così? A dar conto a chi indica, con ironia, nel Trio Lescano la chiave di lettura, Bongioanni insieme al fido Rocco Pulitanò punterebbe le fiches sul terzo, ovvero Mauro Bernardi, presidente della società calcistica cittadina, ma soprattutto ex presidente dell’Atl di cui Bongioanni era direttore.

Una candidatura, quella di Bernardi, che godrebbe di ampio consenso nell’alleanza, dove però non ci si nasconde che a Cuneo il centrodestra ha sempre avuto grandi difficoltà e l’unica volta in cui andò meno peggio fu una ventina di anni fa con la candidatura di Angelo Giordano, all’epoca presidente della Coldiretti. Di nomi il centrodestra ne ha fatti circolare parecchi, dalla campionessa di sci Stefania Belmondo, sfilatasi rapidamente, al fratello di Daniela Santanchè Massimo Garnero consigliere uscente, passando per molti altri. Negli ultimi giorni il borsino in crescita per il presidente del Cuneo calcio lascia prevedere con buone probabilità che sarà il suo il nome che uscirà, salvo ulteriori intoppi, dall’incontro di venerdì.

In quello di oggi, che vedrà attorno al tavoli i rappresentanti dell’altra coalizione, Pd e liste civiche alleate potrebbero sciogliere il nodo del candidato, ma non è affatto detto. I dem hanno trovato la loro compattezza, impresa non facile e cui ha contribuito il lavorìo della deputata Chiara Gribaudo, sulla candidatura dell’ex senatrice Patrizia Manassero. Che va bene a tutto il suo partito, ma al resto dell’alleanza? Centro per Cuneo, la lista in cui figurano anche esponenti della calendiana Azione con la regia dell’ex ministro Enrico Costa, sembra tenere il punto sul suo candidato Luca Serale, mentre segnali di via libera per Manassero starebbero arrivando dalle altre due formazioni civiche, Cuneo Solidale e Democratica che fa riferimento all’ex sindaco e già assessore regionale Alberto Valmaggia e Crescere Insieme che raccoglie ambienti vicini al presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia. Ma è a un’altra fondazione, quella Cr Cuneo, che conviene guardare per comprendere quel che sta succedendo e potrebbe succedere nel fronte pronto a raccogliere il testimone da Borgna, ma non senza tensioni e problemi ancora da risolvere. 

Guardare alla cassaforte del territorio, ma anche volgere lo sguardo all’indietro, precisamente a dieci anni fa. È nel 2012 che dalle primarie del centrosinistra esce vincitore Gigi Garelli, esponente della sinistra radicale, sconfiggendo Manassero. Risultato la frantumazione dell’alleanza, con la parte moderate e cattolica che, insieme all’Udc e all’area moderata del centrodestra dà vita a Per Cuneo Libera e Forte. Serve un candidato e, a sorpresa, spunta il giovane e promettente Borgna, assessore del piccolo comune di Bernezzo. Cinque anni dopo, l’ormai navigato sindaco con importanti relazioni e un gradimento a livelli altissimi, decide di aprire ai dem, garantendo i suoi originari supporter sul fatto che il Pd non avrà mai un peso dominante. Garanzia che, adesso quando il quasi ex sindaco si prepara ad andare ad occupare la poltrona presidenziale della fondazione, molti gli contestano di non assicurare più. Il sostanziale disco verde all’ex senatrice piddina, corroborerebbe questa tesi. 

Il mantra che circola tra chi imputa a Borgna di non essere (o voler essere) più il garante di quell’accordo rimanda proprio al suo ormai unico interesse, la guida della fondazione appunto. Il clima nella lista Centro per Cuneo è parecchio teso, qualcuno arriva addirittura a ipotizzare un possibile strappo e una conseguente corsa in solitaria di Serale, contando anche sulla debolezza del centrodestra. Più probabilmente, per evitare di fare cocci, nel caso oggi (o in un ulteriore summit) esca la candidatura Manassero, la formazione che ha in sé esponenti di Azione metterebbe sul tavolo un corposo numero di compensazioni. Un clima, quello interno all’alleanza, alla cui distensione non concorre certo la decisione del Pd di allearsi con i Cinquestelle della ministra Fabiana Dadone a Mondovì, storico feudo di Costa.

print_icon