POLITICA & SANITÀ

Rsa, l'allarme della Chiesa: "Sistema vicino al tracollo"

Dopo le associazioni dei parenti, le organizzazioni datoriali e i sindacati scendono in campo le diocesi del Cuneese, di Pinerolo e la diaconia Valdese. Chiamata in causa la Regione: "Di questo passo molte strutture saranno costrette a chiudere"

Il sistema delle case di riposo “rischia il tracollo, servono nuove misure della Regione”. È l’appello dell’associazione Case di Riposo della provincia di Cuneo (che riunisce Rsa pubbliche e private) e delle Diocesi di Cuneo, Fossano, Alba, Saluzzo, Mondovì, Pinerolo e dalla Diaconia Valli Valdesi. “Le misure finora ventilate dalla Regione Piemonte non sono sufficienti si legge in una nota – a evitare il tracollo dell’intero sistema. Gli amministratori intervenuti hanno ben percepito la gravità del quadro generale. Positiva la disponibilità ad incontrarci il prossimo 9 giugno arrivata dal presidente della Regione Alberto Cirio. Il dialogo è la strada migliore per provare a risolvere i problemi"”

In provincia di Cuneo le strutture sono 152 in tutto, per un totale di 7.416 posti letto di cui 6.395 occupati (86%). Di questi 4.653 sono accreditati ma solo 2.042 occupati da pazienti convenzionati (44%), con una lista di attesa di 1.380 posti letto convenzionati. Le strutture della provincia di Cuneo hanno 4.600 dipendenti diretti, a cui se ne aggiungono 1.350 circa di indiretti, per fatturato annuo complessivo di 202 milioni di euro, di cui il 76% sono retribuzioni. Nel distretto pinerolese dell’Asl TO3 vi sono 23 Rsa, per un totale di circa 1.600 posti letto, dei quali 1.118 accreditati. Solo il 49% di questi ultimi risulta occupato da pazienti convenzionati. Complessivamente le Rsa pinerolesi danno lavoro a circa 1.450 persone. Il loro fatturato annuo complessivo corrisponde a circa 50 milioni di euro e 35 milioni circa l’ammontare delle retribuzioni.

Nel documento indirizzato al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, all’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi e all’assessore alla Programmazione socio-assistenziale e socio-sanitaria Maurizio Marrone, i rappresentanti delle case di riposo avanzano quattro richieste di intervento specifiche e concrete, precisamente: un intervento economico urgente e straordinario per far fronte all’eccezionale aumento dei costi relativi alle forniture energetiche ed ai dispositivi di sicurezza per l’emergenza Covid-19, oltre quanto già sottoscritto nell’accordo dello scorso 10 maggio; l’adeguamento Istat delle rette riconosciute dalla Regione alle Rsa, bloccate dal 2013, ben oltre il 3,9 % in fase di deliberazione da parte della Regione; l’incremento del budget per aumentare il numero dei posti letto in convenzione, con conseguente vincolo di destinazione di spesa; l’esclusione dal calcolo della tariffa, per le famiglie che pagano la retta intera (che sono circa il 57% del totale), del costo del direttore sanitario e del personale sanitario.

“La situazione finanziaria delle case di riposo – concludono – , già fortemente provata da due anni di pandemia, sta subendo un grave contraccolpo per effetto dell’aumento dei costi per l’assunzione di personale sanitario e socio-sanitario, per la fornitura di Dpi e per gli screening, per l’acquisto delle attrezzature sanitarie, nonché a causa del notevole aumento delle spese relative alle utenze, che per la luce e per il gas è di circa il 100% e che equivale per le strutture della provincia di Cuneo ad costo aggiuntivo di 5/6 milioni di euro all’anno e per le Rsa pinerolesi di 1,2/1,3 milioni di euro all’anno. Permane il grosso problema della carenza degli infermieri che sono stati dirottati a causa della pandemia presso le Asl e gli ospedali e che abbiamo bisogno che ritornino al più presto presso le nostre strutture. Di questo passo saremo costretti a chiudere”.

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