ALTA TENSIONE

Tav, "demilitarizzare la Valsusa"

È l'obiettivo dell'Osservatorio riunito oggi dal presidente Mauceri. L'ex pm Rinaudo, oggi coordinatore del tavolo sulla Legalità: "I lavoratori devono poter operare in sicurezza". Entro la fine dell'anno la terza fase delle compensazioni

Tra gli obiettivi dell’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino-Lione, che il presidente Calogero Mauceri ha riunito oggi per la seconda volta da quando è stato ricostituito, c’è anche la demilitarizzazione della Valle di Susa. “Vogliamo avviare un dialogo che consenta l’impiego delle forze dell’ordine in altri ambiti, ma per farlo i lavoratori della nuova linea ferroviaria devono poter operare in sicurezza”, spiega all’Ansa Antonio Rinaudo, magistrato in pensione che ha diretto numerose indagini sulla galassia No Tav. Mauceri ha affidato a Rinaudo il coordinamento, nell’ambito dell'Osservatorio, del tavolo incaricato di occuparsi di legalità, trasparenza, anticorruzione, antiriciclaggio e sicurezza. La sua nomina è governativa. “Appena il commissario Mauceri mi ha contattato, mi sono detto onorato” ha spiegato il pm, già ingaggiato dalla Regione a supporto della campagna vaccinale. Commissario dell’area giuridico-amministrativa dell'Unità di Crisi per l'emergenza Coronavirus in Piemonte, Rinaudo ha lasciato nel 2018 la magistratura dopo oltre quarant’anni di servizio. Nei primi anni Ottanta ha fatto parte del pool di giudici istruttori che, a Torino, indagò sulle Brigate Rosse e fu uno dei magistrati che raccolsero le confessioni del pentito Patrizio Peci. Ha anche svolto indagini in materia di criminalità organizzata e riciclaggio. Più di recente, è stato uno dei pm che hanno coordinato le indagini sui fatti di piazza San Carlo.

Sono complessivamente cinque i tavoli istituiti dal commissario Mauceri in seno all’Osservatorio. Oltre a quello Legalità, coordinato da Rinaudo, ci sono il tavolo Ambiente e sostenibilità, Sviluppo economico-sociale e territoriale, Informazione e comunicazione con il territorio, Sostenibilità dei cantieri. Gruppi di lavoro “avviati per fornire risposte adeguate e concrete su importanti tematiche anche territoriali” ha spiegato Mauceri. Un “nuovo corso dell'Osservatorio” con l’obiettivo “di informare in modo chiaro, completo e trasparente tutti i soggetti coinvolti, fornendo le risposte utili ai cittadini, alle istituzioni locali e alle comunità interessate dall’opera la cui realizzazione deve essere compatibile e sostenibile anche sul piano sociale”. “L’impressione è positiva – conclude Mauceri – e credo che su queste premesse potremo fare un buon lavoro per un’opera che non venga più vissuta come occupazione del territorio ma come un’opportunità per esso”. Durante i lavori si è anche discusso della terza fase delle opere di accompagnamento, già finanziate. Su questo aspetto è importate la tempistica, che il presidente vorrebbe contenere entro la fine dell’anno.

Per la tratta in variante della sezione italiana della Torino-Lione “siamo in linea con i tempi per la messa in esercizio con il tunnel internazionale di base”. “Concludendo tutto l’iter amministrativo e autorizzativo – ha aggiunto – i cantieri dovrebbero partire intorno al 2025 per avere poi circa 5 anni di lavori. “È una programmazione – spiega Mauceri – che ho fatto ovviamente d’Intesa con Rfi e dopo aver verificato la fattibilità di tutto il processo, che pone la conclusione dei lavori in linea con la messa in esercizio del tunnel di base”. Il commissario ricorda di avere autorizzato nei mesi scorsi Rfi a procedere alla progettazione definitiva, che dovrà attenersi a 12 prescrizioni, e concludersi per marzo 2023. Quanto alla linea nel suo complesso, il direttore generale di Telt Mario Virano spiega che “abbiano appaltato il cento per cento dei lavori in Francia e il restante 20% in Italia si concluderà all'inizio del 2023, quindi con inizio-primavera del 2023 la totalità dell’opera sarà appaltata”. “Attualmente – ha spiegato – abbiamo completato lavori per 1,3 miliardi, 3,3 miliardi di lavori in corso e circa 5 miliardi di appalti totali aggiudicati, con 10 cantieri attivi, 3 in Italia, e 1200 lavoratori impegnati”.

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