PALINSESTO POLITICO

Dalle tv ancora nessun invito. Anzaldi: "Confronto a quattro"

Il mastino renziano, gran fustigatore di mamma Rai è stato l'autore dell'esposto che ha portato l'Agcom a bloccare il duello tra Letta e Meloni. "Non si rinunci a un momento fondamentale per ogni campagna elettorale". Rispettando le regole

Pancetta o guanciale. Enrico Letta vuole trasformare le prossime elezioni Politiche in un derby che contempli solo due scelte: “O noi o loro”. È un disegno che nasce da lontano e ha l’obiettivo non solo di dipingere l’avversaria, Giorgia Meloni, come “la fascista” che sfascerà i conti pubblici, ma anche quello di tagliare le gambe al Terzo Polo. Carlo Calenda lo ha capito subito ed è corso ai ripari chiedendo un confronto a quattro. L’Agcom è intervenuta per sollecitare la Rai a non escludere nessuno. Sul tema era intervenuto anche il deputato renziano Michele Anzaldi, presentando un esposto proprio all’Autority per le comunicazioni, ma ancora non è chiaro come l’azienda televisiva di Stato risolverà la questione.

Onorevole Anzaldi, ora che succede? Vedremo un confronto a quattro, come chiesto da Calenda?
“Mi auguro proprio di sì ma i segnali non sono incoraggianti. L’Agcom ha dato indicazioni chiare su come devono svolgersi i confronti televisivi in vista delle elezioni del 25 settembre, eppure dalle tv tutto tace. Perché? Nessuna emittente è interessata a dare ai cittadini la possibilità di vedere un faccia a faccia tra i leader? Perché non si ha notizia di inviti alle quattro coalizioni in campo? Perché non c’è un percorso trasparente su quello che all’estero è una consuetudine e la normalità, ovvero il confronto pubblico tra le diverse proposte politiche?”.

Letta ha parlato di decisione “bizantina” dell’Authority e c’è chi ritiene che la delibera abbia di fatto stoppato qualsiasi confronto. Che ne pensa?
“L’Authority ha detto chiaramente che un confronto organizzato per compiacere solo due tra i contendenti non è regolare, ma con il rispetto delle regole è pienamente possibile avere i faccia a faccia. Anzi direi auspicabile, visto che in questi anni soprattutto con la presidenza Cardani l’Agcom ha sempre sottolineato, regolamenti alla mano, l’importanza del contraddittorio. Basta che vengano messi tutti nelle condizioni di partecipare. Le tv hanno la piena facoltà di fissare una data e invitare al confronto tutte le coalizioni. Se un leader non può o non vuole, può essere sostituito da un collega di partito o di coalizione. Se, dopo che la tv ha effettuato chiamate e inviti formali, nessuno si presenta per quella coalizione, la sedia rimarrà vuota, come tante volte è accaduto nelle tribune elettorali. Di certo, però, ciò che una tv non può fare, in particolare di servizio pubblico, è rinunciare preventivamente al tentativo di organizzare un momento fondamentale per ogni campagna elettorale”.

Ma se Letta o Meloni rifiutassero il confronto, salterebbe tutto?
“Sarebbe incomprensibile, significherebbe dare ad alcuni partiti la facoltà di decidere i palinsesti televisivi. La Rai, Mediaset, La7, Sky fissino una data e invitino tutti, vediamo se davvero qualcuno non ci sta. Se il segretario del Pd Letta preferisce non partecipare, l’emittente può invitare un altro esponente del Pd, oppure può invitare i leader degli altri partiti della coalizione: Di Maio, Fratoianni, Bonelli o Bonino. Se Meloni si tira indietro, l’invito può essere inoltrato a Salvini, Berlusconi o Lupi. Se Conte non vuole partecipare, ha cinque vicepresidenti M5s. Il Terzo Polo di Calenda e Renzi ha già dato pubblicamente la sua disponibilità a partecipare”.

Lei ha lanciato un appello rivolto a Sky. Si aspetta che almeno loro riescano nell’impresa di organizzare il confronto?
“Me lo auguro, visto che negli ultimi 10-15 anni sono stati la tv sede naturale dei confronti elettorali. L’importante è che qualche televisione proceda con gli inviti. Sarebbe inaccettabile se l’opposizione di qualche leader bastasse per bloccare tutto”.

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