STARLETTE

Appendino rinnega Di Maio:
"Una salvezza la sua uscita"

L'ex sindaca di Torino scarica l'ex capo grillino, in barba ai tanti anni di sodalizio e alle protezioni ricevute. Il vento è cambiato e oggi si distingue per essere una fedelissima di Conte. Sul palco della festa del Fatto critica la Meloni: "Messaggio sbagliato alle donne"

La riconoscenza è il sentimento del giorno prima. E come insegnava Andreotti in politica “i tempi del sole e della pioggia sono rapidamente cangianti”. La nuova stagione di Chiara Appendino è nata sotto la buona stella di Giuseppe Conte che l’ha voluta nel listino bloccato dei candidati “di peso”, quelli che senza passare per le consultazioni interne hanno il posto pressoché sicuro nel futuro parlamento. E proprio con l’ex premier al suo fianco l’ex sindaca di Torino dal palco della festa del Fatto ha tagliato definitivamente i ponti con Luigi Di Maio, mettendo una pietra tombale su un sodalizio che per anni è sembrato granitico. La fuoriuscita del suo ex capo politico dal Movimento «è stata una salvezza per noi perché è stato un momento di chiarezza. Noi siamo una forza vera. Chi ha deciso di uscire ha deciso di guardare ad altre parti e al suo percorso personale», ha sentenziato Chiarabella che, a onor del vero, aveva già scaricato Giggino nelle ore successive alla scissione, seppur mostrando un lacerto di rimpianto. «Di Maio e diversi parlamentari hanno fatto una scelta che non condivido assolutamente, ma che non cancella quanto fatto e vissuto insieme in tutti questi anni. Che, nel bene e nel male, ci ha portato ad essere ciò che siamo». Ma tutto scorre e lo stesso concetto di coerenza è piuttosto duttile: «Come ho sempre detto, la mia casa politica è quella del Movimento 5 Stelle e, finché ci sarà un’idea condivisa di futuro, questa continuerà ad essere», aveva aggiunto lo scorso 22 giugno, rompendo il silenzio sul suo personale orientamento dopo qualche momento di travaglio (e, si dice, di tentazione nel seguire i congiurati).

Chi ha avuto, ha avuto. Chi ha dato, ha dato. Scurdámmoce 'o ppassato, direbbe lo statista di Pomigliano. «Luigi mi aveva proposto di entrare nella squadra di governo, sono stata molto sorpresa, poi ho condiviso con lui alcune riflessioni, la prima è che il sindaco è sindaco e rimane in trincea, e quindi bisogna assolutamente portare a termine il proprio mandato. La seconda è che comunque ho dei progetti da portare a termine, sono stata eletta per fare il sindaco e quindi, come si dice in Piemonte, bogia nen, che non significa stare fermi ma che non si lascia il posto. Sono orgogliosa di essere sindaco», aveva confessato esattamente tre anni fa, 11 settembre 2019, Appendino. Poi il posto l’ha lasciato, nel senso che di fronte a una più che probabile sconfitta ha preferito evitare di ricandidarsi per un secondo mandato a Palazzo civico. Nonostante che Di Maio l’avesse, anche in quel frangente puntellata (come sulle Olimpiadi negate, sulle Atp, sul Salone dell’Auto, sulla rivolta dei consiglieri): «Brava Chiara! Cinque anni di impegno per la città e di risultati concreti», twittava il 20 giugno 2021 il ministro ancora grillino, aggiungendo: «A questa esperienza si deve dare continuità, da certi traguardi non si può tornare indietro. Il tuo lavoro è sotto gli occhi di tutti e noi sosteniamo la tua azione amministrativa con la massima convinzione. Forza». Ricambiando in tal modo il sostegno ricevuto dall’allora prima cittadina all’insorgere delle tensioni nella maggioranza gialloverde: «Credo che Luigi Di Maio e tutta la squadra di governo per la parte 5 Stelle stia facendo il massimo in un contesto molto difficile, quindi da parte mia piena fiducia».

Ne è passata acqua sotto i ponti di Torino, oggi Appendino è proiettata sulla scena nazionale. E proprio l’immagine di giovane donna e madre gioca molto del suo appeal. «Quando ero sindaca arrivavano spesso i bambini delle scuole in gita, quando sentivo le voci uscivo per salutarli e dopo le chiacchiere quasi sempre un bimbo o una bimba chiedeva alla maestra “dove è il sindaco uomo” – ha ricordato nel suo intervento odierno –. Perché dico questo? Perché è innegabile che vedere una donna in un luogo apicale è un primo modo di comunicare. L’immagine è linguaggio… quindi se vediamo una donna in un ruolo apicale, quale è il messaggio che passa? Ok lo si può fare… ma, e arrivo al ma, tu hai una responsabilità enorme, perché quel ruolo lo devi interpretare, Su di te potrebbero esserci aspettative diverse dal passato per il solo fatto di essere donna». Per poi entrare di petto nella campagna elettorale: «Quando ho letto che Giorgia Meloni ha detto “se sarò premier non rinuncerò a nulla di mia figlia” io glielo auguro. Ma io chiedo alle donne che ci ascoltano: quante di voi lavorando non hanno rinunciato a nulla dei propri figli, i sensi di colpa, la difficoltà a conciliare i tempi di famiglia e lavoro, magari un aiuto economico che non c’è. Ma quale donna oggi non rinuncia a qualcosa di suo figlio o sua figlia. Ci sono donne che oggi non mettono neanche al mondo figli perché non sono nelle condizioni di scegliere, allora quando io sento questo mi dico non è il messaggio giusto».

print_icon