OBITUARY

Addio al re degli spumanti. Morto Vallarino Gancia

Imprenditore noto in tutto il mondo, ha guidato l'attività di famiglia verso il futuro. Negli anni di piombo vittima di un sequestro lampo delle Brigate Rosse. Cavaliere del lavoro ed ex presidente della Camera di commercio di Asti

Addio al re degli spumanti. È morto a 90 anni Vittorio Vallarino Gancia, erede di Carlo, suo bisnonno, fondatore a metà dell’Ottocento dell’omonima azienda vitivinicola e inventore dello spumante. Vallarino Gancia fu protagonista nel 1975 di un sequestro lampo da parte delle Brigate Rosse che per la sua liberazione chiesero un miliardo di lire. Fu liberato il giorno dopo nel corso di un’operazione dei carabinieri in cui morirono l’appuntato dell’Arma, Giovanni D’Alfonso. Il rapimento-lampo, durato 24 ore, si consumò il 4 giugno del 1975. I sequestratori reclusero l'imprenditore nella Cascina Spiotta, un casolare di Arzello, chiedendo un riscatto di un milardo di lire alla famiglia. Gancia fu liberato il giorno dopo ma il sequestro sfociò in un sanguinario conflitto a fuoco tra brigatisti e forze dell'Ordine. Nella sparatoria fu uccisa anche la terrorista Margherita Cagol, capo del nucleo brigatista con il nome di battaglia Mara e moglie di Renato Curcio. Due carabinieri rimasero gravemente feriti e il tenente Umberto Rocca perse un braccio e un occhio. Il caso è stato recentemente riaperto dalla magistratura a seguito di nuovi accertamenti del Ris di Parma sui reperti raccolti 47 anni fa sul luogo della sparatoria

Vittorio Vallarino Gancia era nato il 28 ottobre 1932 ed ha rappresentato la quarta generazione della famiglia a dirigere l’azienda fondata ad Asti dal bisnonno, Carlo, nel 1850. Ha due figli, Massimiliano e Lamberto, entrambi dirigenti nell’attività di famiglia. Il suo impegno all’interno dell’azienda è iniziato nel 1957, con un primo incarico all’ufficio esportazione, dopo aver preso una laurea in scienze politiche all’università di Torino. Nel 1967 è stato nominato direttore generale della F.lli GANCIA & C. mentre nel 1973 è arrivato a ricoprire la carica di amministratore delegato e, nel 1984, di presidente. Nella sua attività ha dato grande impulso al progresso commerciale ed economico dell’azienda, alla quale ha anche impresso una radicale trasformazione tecnologica. Tra i titoli onorifici ricevuti si ricorda quello di Cavaliere del lavoro e l’Ordine al merito della Repubblica italiana. Dall’anno successivo della sua nomina a dg (nel 1968) ha puntato sulla commercializzazione degli spumanti secchi. Ha iniziato la produzione del Pinot della Rocca de Giorgi, diventato poi spumante doc. Nel 1980 ha creato il Pinot di Pinot, selezione dei migliori pinot italiani, aprendo un nuovo e importante mercato riservato agli spumanti secchi. Nel 1984 ha avviato a Rutigliano, in provincia di Bari, l’Azienda Agricola Tenuta di Torrebianco. Nella tenuta comincia la coltura dei vitigni Chardonnay, Pinot, Sauvignon, dando un esempio seguito con successo dagli imprenditori pugliesi. È stato presidente di Federvini, di Unione vini e della Camera di commercio di Asti.

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