SANITÀ

Più poteri all'Azienda Zero,
mezza rivoluzione in sanità

Alla Super Asl anche l'edilizia sanitaria, le reti delle patologie, i laboratori e l'epidemiologia. Le nuove competenze in una proposta di legge della Lega che così mette un'ipoteca anche sul futuro. E Fratelli d'Italia che dice? Due poltrone per Picco

Se non è una rivoluzione della sanità piemontese poco ci manca. Di sicuro le ulteriori pesanti attribuzioni di competenze all’Azienda Sanitaria Zero previste da una proposta di legge appena depositato dalla Lega e quanto si annuncia entro la primavera con l’uscita dell’attuale direttore regionale Mario Minola (per raggiunti limiti di età) dalla plancia di comando di corso Regina Margherita modificheranno parecchio gli assetti e metteranno pure un’ipoteca per chi sarà chiamato a governarla del 2024. 

Mentre, ormai da tempo, la struttura tecnico-amministrativa dell’assessorato si presenta decisamente sguarnita rispetto a com’era ancora non molti anni fa, con tentativi di rafforzamento finiti nel nulla o durati assai poco, la nuova creatura voluta fortemente dall’assessore Luigi Icardi, a poco più di un anno dalla sua costituzione aumenta e non di poco le sue competenze e il suo potere. Alle numerose materie già affidate con la legge istitutiva del 26 ottobre 2021, se ne aggiungeranno presto altre, di notevole importanza, indicate in una proposta di legge. A partire dal“coordinamento in materia di edilizia sanitaria”, ovvero quel settore in cui il Piemonte segna da tempo il passo, con molti nuovi ospedali da costruire – dalle Citta della Salute di Torino e Novara, passando per le strutture di CuneoAlessandria, e dello stesso capoluogo, solo per citarne alcuni – ma procedimenti solo all’inizio e talvolta, nei fatti, ancora da incominciare concretamente. Trasferire all’azienda guidata, in veste di commissario, dal direttore generale dell’Asl Città di TorinoCarlo Picco i dossier sui futuri nosocomi, così come le ristrutturazioni previste in molti casi e, ancora, la realizzazione delle strutture previse dal Pnrr è un segnale forte. O, se si vuole, di accertata debolezza in altri organi regionali. Così come lo sono le altre competenze prossime ad essere incamerate dalla Super Asl. 

Alle materie già di pertinenza, come ad esempio il servizio dell’Emergenza 118 si aggiungerà anche quella sull’epidemiologia la cui punta di diamante è il Seremi, il Servizio regionale di epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive, con sede ad Alessandria: caso piuttosto singolare, affidato a un responsabile facente funzione ormai da alcuni anni, senza che ancora sia stato trovato un direttore e pieno titolo, dopo che a lasciare quel posto era stato Vittorio Demicheli. L’Azienda Zero avrà, inoltre il coordinamento di tutta la rete dei laboratori e dei servizi delle aziende sanitarie del territorio regionale. Inoltre coordinerà un settore molto importante come quello delle reti di patologia, tra cui c’è anche quella oncologica, da non molto, affidata a Massimo AgliettaMario Airoldi e Alessandro Comandone, dopo un periodo di reggenza da parte dell’oncologa del Regina Margherita Franca Fagioli, subentrata a Oscar Bertetto nei primi mesi del 2021. Proprio la rete oncologica, una delle eccellenze della sanità piemontese, potrebbe essere chiamata nei prossimi mesi a valutare importanti cambiamenti e sviluppi, tra cui il possibile ingresso della sanità privata, fino ad ora tenuta al di fuori dei percorsi condivisi e organizzati per la cura dei tumori.

Insomma, una pesante iniezione di ulteriori competenze, ma anche un’accentuazione di peso per la Super Asl che non può nascondere un chiaro indirizzo politico teso a incidere profondamente nella gestione e non di meno nella programmazione della sanità. Non sfugge, tuttavia, che sia stato scelto lo strumento della proposta di legge da parte di un solo partito della maggioranza, con primo firmatario il presidente della commissione Sanità Alessandro Steccoanziché un disegno di legge della giunta. Una forzatura del partito che conserva ancora la maggioranza dei consiglieri nella coalizione? Gli alleati sono allineati? Soprattutto lo è Fratelli d’Italia che sulla guida di Azienda Zero hanno lasciato intendere di avere opinioni diverse? Interrogativi che pesano alla vigilia del riassetto di potere interno alla sanità piemontese. In primavera l’attuale direttore regionale Minola, lascerà obtorto collo il suo posto nonostante la sua disponibilità a restare fino alla fine della legislatura. 

L’ipotesi di accorpare in un’unica figura la direzione regionale con quella della Super Asl sembra essere quella più accreditata, anche per evitare rapporti complicati tra due strutture sempre più sovrapponibili con quella nuova sempre più potente rispetto all’apparato (o quel che resta) di corso Regina. La procedura volta a selezionare il direttore di Azienda Zero era incominciata già nel dicembre scorso, ma la proroga del commissariamento affidato a Picco era suonata come la conferma che non ci fosse fretta. Per lui si prospetta certamente l’abbandono della guida dell’Asl Città di Torino dove, sfumata per ora la possibilità di un subentro da parte di Eva Colombo (valutata dalla commissione nazionale idonea solo a guidare aziende in regioni fino a 500mila abitanti), resta un punto interrogativo sul probabile successore. Un nome (forse più) d’uno già circola e, certamente, quella casella sarà coperta in tempo per la primavera.

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