CAMPANILE SERA

Amministrative il 14 e 15 maggio, centrodestra in ambasce a Ivrea, Pianezza e Novi Ligure

Nella capitale dell'Eporediese il sindaco uscente Sertoli si ricandida ma la sua coalizione non lo vuole. Incognita Castello nell'hinterland di Torino mentre nel comune alessandrino volano gli stracci dopo la caduta di Cabella. Ecco dove si vota in Piemonte

Il 14 e 15 maggio è la data individuata dal ministero dell’Interno per le prossime elezioni amministrative, quindici giorni dopo, il 28 e 29 maggio, gli eventuali ballottaggi. Saranno chiamati alle urne i cittadini di 591 Comuni delle Regioni a statuto ordinario, tra i quali 13 capoluoghi di provincia (Ancona, Brescia, Brindisi, Imperia, Latina, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Teramo, Terni, Treviso, Vicenza). In Piemonte, dove le prossime comunali rappresentano l’ultimo test prima delle regionali del 2024, andranno al voto 71 Comuni di cui quattro superiori ai 15mila abitanti. Si tratta di Pianezza, Orbassano e Ivrea, nell’area metropolitana di Torino, e di Novi Ligure in provincia di Alessandria. Si presenta inoltre per la prima volta al cospetto degli elettori Moransengo-Tonengo, nell’Astigiano, istituito il 1° gennaio 2023 dopo la fusione dei due Comuni riportati nel nome e attualmente retto dal commissario prefettizio.

Due dei quattro “grandi” Comuni al voto in Piemonte, vanno alle urne con voto anticipato rispetto alla scadenza naturale del mandato. A Novi Ligure le dimissioni di nove consiglieri hanno causato la caduta dell’amministrazione guidata dal primo cittadino Gian Paolo Cabella, eletto nel 2019 a capo di una coalizione di centrodestra che aveva spezzato lo strapotere della sinistra che in città durava da settant’anni. In città già c’è grande fermento: il Pd punta di nuovo sull’ex sindaco e consigliere regionale Rocchino Muliere, il Movimento 5 stelle si affida su Lucia Zippo, già candidata quattro anni orsono, mentre nel centrodestra regna l’impasse viste le resistenze attorno al nome di Marco Bertoli considerato il principale artefice della caduta di Cabella.

A Pianezza, invece, è durato meno di sette mesi il mandato di Roberto Signoriello, dimessosi ad aprile dello scorso anno, lamentando ingerenze rispetto al suo operato e puntando il dito, pur senza citarlo, verso il suo predecessore Antonio Castello. E proprio intorno a quest’ultimo ruotano le dinamiche legate al prossimo sindaco della città: essendo stato sindaco per dieci anni e visto l’enorme consenso in città, se decidesse di tornare a Palazzo civico nessuno, nella coalizione di centrodestra, si opporrebbe, ma allo stesso tempo non è un mistero che Castello voglia candidarsi alle regionali del 2024 nella lista civica di Alberto Cirio (qualora sia lui l’alfiere del centrodestra). Certo non può fare il sindaco e il consigliere regionale, dunque dovrà prendere una decisione. La Lega, intanto, ha messo a disposizione la sua consigliera regionale, Sara Zambaia, che sarebbe disponibile a correre per la carica di sindaco.

A Ivrea il centrosinistra prova a riconquistare la città presentandosi con un fronte ampio che tiene insieme Partito democratico e forze civiche mentre è in via di perfezionamento l’estensione dell’alleanza anche al M5s. Domenica si svolgeranno, assieme alle primarie del Pd, anche quelle della coalizione con gli elettori chiamati a decidere tra tre candidati in lizza: Francesco Comotto di Viviamo Ivrea, Enrico Giacopelli in rappresentanza di Laboratorio Civico Ivrea e Matteo Chiantore portabandiera dei dem. I pentastellati sono stati al tavolo della coalizione fino a un mesetto fa, ma avrebbero ricevuto un veto dal partito nazionale a partecipare alle primarie, che come noto i Cinquestelle non riconoscono come sistema di individuazione del gruppo dirigente. Resteranno alla finestra per poi tornare a dialogare con il vincitore della sfida a tre di domenica. Ben più complessa la situazione a destra dove il sindaco Stefano Sertoli, dopo aver atteso invano che le formazioni della sua maggioranza lo incoronassero per il bis, ha annunciato la ricandidatura con la sua lista civica, creando il caos nella coalizione, dove Forza Italia mantiene un atteggiamento freddo nei suoi confronti e FdI addirittura gliel'avrebbe giurata. Chi si sta mettendo di traverso, in particolare, sarebbe Fabrizio Bertot, che non ha perdonato a Sertoli di aver partecipato alla manifestazione di solidarietà al collega Alberto Rostagno, successore di Bertot a Rivarolo, condannato in seguito alla morte di un cittadino in un sottopasso della città. Nonostante l'astio però il centrodestra non ha un nome forte da contrapporre al sindaco uscente, nonostante le mire della sua vice Elisabetta Piccoli e dell’assessore Costanza Casali a rilevarne il testimone. 

A Orbassano si ricandida la sindaca uscente Cinzia Bosso, centrodestra, moglie dello storico primo cittadino Eugenio Gambetta, con ottime possibilità di rielezione viste anche le difficoltà sul fronte opposto di trovare un nome condiviso.

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