PALAZZO CIVICO

Gettoni non dovuti ai capigruppo, il Comune chiede i soldi indietro

Succede a Torino. La lettera è stata inviata in queste ore e si riferisce alle sedute del 2013. "Un atto dovuto" in seguito a un procedimento aperto dalla Corte dei Conti

La lettera sta arrivando in queste ore, destinatari tutti i capigruppo del Comune di Torino e Circoscrizioni nell’anno 2013. Oggetto: “Gettoni di presenza per le conferenze di capigruppo – Anno 2013 – Diffida e messa in mora”. Di che si tratta? Sostanzialmente, a dieci anni di distanza, l’amministrazione di Palazzo civico ha realizzato di aver pagato il cosiddetto gettone per le riunioni che settimanalmente i referenti di ogni forza politica svolgono per accordarsi sull’ordine dei lavori in aula: le interrogazioni, le richieste di comunicazioni a sindaco o assessori e via discorrendo.  Sono appunto le conferenze dei capigruppo. Come si legge nella missiva, però, il riconoscimento di un compenso per queste riunioni non è “in linea con gli orientamenti del Ministero dell’Interno e della Corte dei conti” dunque il Comune chiede ora ai capigruppo la “restituzione delle somme erogate dalla Città oltre interessi legali e rivalutazione monetaria, al netto delle ritenute di legge”.  Ma attenzione, si tratterebbe di un “atto dovuto, cautelativamente e ai soli fini interruttivi della imminente prescrizione”, conseguenza di un procedimento della magistratura contabile. Curiosità: tra i detsinatari della lettera potrebbe esserci anche lo stesso sindaco Stefano Lo Russo che all'epoca aveva ricoperto per qualche mese l'incarico di capogruppo del Pd, prima di essere promosso da Piero Fassino ad assessore all'Urbanistica. 

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