MEZZOGIORNO DI FUOCO

"Sicurezza priorità assoluta". A Novara Canelli fa lo sceriffo (e Giordano il pistolero)

La delega resta alla Lega, ma passa da Lanzo al sindaco. Una decisione annunciata (e preparata) dall'uomo forte del partito. Le sue mosse irritano FdI che subodora i preparativi per tornare a Palazzo Cabrino. Nel mini rimpasto Cultura a Piantanida, Affari sociali a Armienti

Le stelle, pure nella Lega come nella storica pubblicità, sono tante, ma quella di sceriffo vuol dire qualcosa in più. E, dunque, non è un caso che da oggi a Novara dove la questione della sicurezza rischia di passare da tema identitario a gatta da pelare per il centrodestra, quella stella se la appunti proprio il sindaco. Si direbbe un normale rimpasto di giunta, quello odierno a Palazzo Cabrino, se non fosse che proprio il tema, cavallo di battaglia del partito di Matteo Salvini e non di meno di quello della premier Giorgia Meloni, sia ragione e fulcro del rimescolamento di deleghe tra gli assessori. Con un colpo di scena peraltro accuratamente approntato e in parte annunciato, ovvero l’avocazione della Sicurezza da parte del primo cittadino Alessandro Canelli.

La competenza resta in capo alla Lega, ma passa dalle mani dell’assessore Raffaele Lanzo a quella del primo cittadino. Casus belli, ma anche segnale di una necessità di un cambio di passo colto al volo dai capataz salviniani novaresi, l’ex sindaco Massimo Giordano in testa, è stata l’aggressione di alcuni agenti di polizia da parte di un gruppo di immigrati in cui è sfociato un normale controllo davanti alla stazione ferroviaria. “Avete visto quello che è successo? Quella è una dichiarazione di guerra, si è passata la linea rossa”, aveva tuonato Giordano, segretario provinciale della Lega e riconosciuto leader del partito nella parte più lombarda del Piemonte. “Sono settimane che il sindaco mi esterna le sue preoccupazioni – aveva proseguito nell’invettiva – dicendomi che vuole rimodulare l’azione amministrativa della città per far diventare quella della sicurezza la priorità assoluta”.

Parole che, visto proprio da chi erano state pronunciate, difficilmente potrebbero non avere avuto seguito concreto. Tanto più che la questione esplosa con i fatti della stazione ne sottende un’altra, più politica e che riguarda il rapporto tra alleati in maggioranza e la prospettiva della prossima leadership a Palazzo Cabrino. Di appena qualche settimana fa lo scontro al calor bianco proprio tra Giordano e il ras novarese di Fratelli d’Italia Gaetano Nastri. Neppur troppo sullo sfondo del duello rusticano tra l’ex assessore regionale e l’attuale questore del Senato, la corsa pur con notevole anticipo verso la poltrona di sindaco che la Lega non ha alcuna intenzione di mollare e sulla quale, invece, FdI punta senza troppi infingimenti. 

Oggi rimescolate le deleghe, al leghista Luca Piantanida viene attribuita la Cultura, mentre delle Politiche Sociali se ne occuperà l’”esterna” Teresa Armienti, di Forza Italia, mentre a Lanzo rimasto senza Sicurezza vanno Ambiente e Viabilità. Ma, inutile girarci attorno, la vera sterzata o aggiustamento di rotta che dirsi voglia sta proprio in quell’avocazione da parte di Canelli della delega, considerata più importante anche nel rapporto interno tra alleati, oltre che naturalmente per l’impatto sulla vita della città. Così come una lettura attenta, dei passaggi e dei tempi, non può che indurre a considerare quello di Giordano qualche cosa di più di uno sfogo e di un richiamo a una stretta dopo l’aggressione degli agenti. 

Da qui le preoccupazione e il nervosismo che circolano tra i Fratelli sempre più propensi a intravedere nelle sortite dell’ex sindaco e nella sua condotta il nascosto proposito di tornare sulla poltrona che fu sua dal 2001 al 2010. Quando? Le elezioni regionali del prossimo anno, potrebbero spianare a Canelli la strada verso un posto di peso nella futura giunta regionale. In Consiglio, invece, la Lega punterà sull'attuale assessore Matteo Marnati, lasciando senza paracadute Riccardo Lanzo, fratello dell'assessore comunale declassato oggi e non più in sintonia con il cerchio magico di Giordano. Scenario che, per quanto smentito dalla Lega, allarma non poco i meloniani, pronti – come il duello in piazza tra Giordano e Nastri ha anticipato – a una sfida all’Ok Korral. Senza uno sceriffo a mettere ordine.

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