SANITÀ

"Investiamo nella sanità pubblica, ma mancano medici e infermieri"

Accordo con i sindacati per utilizzare gli specializzandi in corsia: in Piemonte sono più di 3mila. Il governatore Cirio: "Dobbiamo dimostrare di aver imparato la lezione del Covid". I fondi europei per riportare all'interno i troppi servizi esternalizzati

Il vero male della sanità pubblica? “La mancanza di personale”. Non ha dubbi il governatore del Piemonte Alberto Cirio, tornato sull’argomento nel giorno in cui si è inaugurato il nuovo reparto di emodialisi dell’ospedale Martini di Torino. Mancano medici e infermieri e questo “è il motivo – ha sottolineato Cirio – per cui con tutte le organizzazioni sindacali abbiamo definito la nascita di un osservatorio che ci aiuti quotidianamente a monitorare la situazione. Stiamo lavorando con il ministero dell’Università: quest’anno saranno 20mila i ragazzi che potranno iscriversi a medicina contro i 15mila dell’anno passato. È evidente che sono ragazzi che vedremo medici fra parecchi anni, per cui non risolviamo il problema nell’immediato ma partiamo per invertire questa tendenza”. Intanto è ripreso il dialogo con i sindacati per mandare gli specializzandi (in Piemonte sono più di 3mila) in corsia e tamponare almeno in parte l’assenza di medici. “Probabilmente in questo momento di emergenza ragionare con l'Università di un lavoro comune che veda questi medici più partecipi della vita della sanità pubblica piemontese può essere una soluzione. Noi ci crediamo molto, e ci stiamo lavorando con impegno e determinazione” ha detto Cirio.

“Stiamo agendo anche attraverso risorse aggiuntive con i fondi europei Fsc, con un piano per riportare all’interno tanti servizi che la sanità ha dato all’esterno. Il Piemonte spende 140 milioni di euro ogni anno per questi servizi esternalizzati, ma ha senso che stiano all’esterno solo quando davvero c’è una convenienza economica forte, diversamente è bene che ritornino all’interno della sanità pubblica. Un piano razionale che li mantenga solo dove conviene è fondamentale, ed è un tema sul quale abbiamo condiviso un percorso comune con i sindacati”.

Cirio ha affermato inoltre che la politica deve dimostrare ai cittadini che “la lezione della pandemia non è andata dispersa”. “Si pensava – ha aggiunto – che tagliando sulla sanità non si sarebbe dovuto pagare il conto, così se c’era qualcosa da tagliare si tagliava alla sanità. Ma poi il conto è arrivato ed è stato salato”. Per questo secondo Cirio è necessario investire nella sanità pubblica, “e chi avesse avuto qualche dubbio in merito con la pandemia se l’è tolto”. “Questo non significa – ha concluso – non guardare con rispetto alla sanità privata, nell’ottica della complementarietà”.

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