VERSO IL 2024

Orfani di Bersani e verdi dissidenti, il "campo minato" della sinistra

Grimaldi e compagni spalancano le porte agli orfani di Articolo 1 che non vogliono tornare nel Pd. Corgiat alla guida degli scissionisti (ce lo ritroveremo in lista alle regionali?). E Bertola prova a tirarsi fuori trattando da solo con i dem

A leggere in filigrana le proposte che arrivano sul tavolo delle trattative della nuova legge elettorale in Piemonte c’è da scoprire molto sulle strategie dei vari partiti in vista delle prossime elezioni regionali tra tentativi di alleanze e ambizioni personali. E se ormai è certificata la richiesta (quasi accolta) dei cosiddetti “piccoli” di togliere ogni soglia di sbarramento per chi sta in coalizione, la proposta di ridurre dal 5 al 3 percento la soglia per chi corre fuori dalle coalizioni, avanzata da Francesca Frediani di Unione Popolare, è la dimostrazione che nella pattuglia dell’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris non ci pensano nemmeno ad allearsi con il Pd.  

Ma anche tra alleati non sono sempre rose e fiori. Giorgio Bertola, quattro anni fa candidato governatore per il Movimento 5 stelle ora nel gruppo Misto in rappresentanza dei Verdi, vorrebbe inserire in legge la deroga alla raccolta delle firme per chi è nel Misto da almeno due anni. Ma ne ha bisogno? A livello nazionale i Verdi stanno per confermare anche in vista delle prossime Europee l’alleanza con Sinistra italiana di Nicola Fratoianni (saranno le rispettive assemblee nazionali a dare il via libera formale). Un percorso che il deputato Marco Grimaldi sta cercando di favorire anche al livello regionale per poter gestire un simbolo che potenzialmente è accreditato tra il 3 e il 5 percento. Quattro anni fa Grimaldi si candidò a capo di Liberi uguali verdi, un cartello elettorale che metteva insieme la sua anima progressista con qualche spruzzatina di ambientalismo, facendo da apripista all’alleanza nata nel 2022 e sperimentata nelle scorse politiche. Ora quella lista è rappresentata a Palazzo Lascaris da Silvana Accossato, già sindaco di Collegno e assessore provinciale a Torino, che allora si candidò come esponente di Articolo 1, forza politica nata per scissione dal Pd di Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza. Oggi, però, i bersaniani sono tornati al Nazareno dopo il congresso costituente (almeno nella pomposa definizione che ne diede Enrico Letta) che ha eletto Elly Schlein. Ma “solo il 25 percento degli iscritti ha aderito all’appello di tornare nel Pd” si legge in una nota inviata dai rappresentanti del restante settantacinque, che indica in Liberi uguali verdi l'approdo per tutti i demoscettici piemontesi. Tra questi spiccano i nomi di Piergiorgio Scoffone e Aldo Corgiat che il 5 luglio riuniranno a Settimo Torinese gli orfani di Articolo 1 per traghettarli verso il nuovo cartello elettorale che sta preparando Grimaldi. Così Corgiat torna a schierarsi in prima linea dopo essersi inabissato per qualche anno e secondo qualcuno starebbe addirittura valutando una candidatura alle prossime regionali.

In questo complesso gioco di vasi comunicanti, la richiesta di Bertola – che comunque ha scelto un percorso all’interno del centrosinistra – lascerebbe trasparire la volontà di candidarsi con il simbolo dei Verdi e non in alleanza con Grimaldi e compagni. Il ragionamento alla base di questa decisione è semplice: il simbolo dei Verdi rischia di portare voti a una sinistra residuale che tuttavia avrebbe qualche campione delle preferenze in grado di accaparrarsi l’unico seggio che verosimilmente arriverà su Torino. Per Bertola meglio andare da solo pur col rischio di non raggiungere il quorum.

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