TERZO POL(L)O

Azione, quattro amici al bar

Ieri la riunione del direttivo di Torino aperta a tutti gli iscritti e simpatizzanti. Un pugno di persone nella saletta riservata del Caffè Fiorio. Lo sconforto per il naufragio del Terzo polo e i malumori per il possibile apparentamento con Cirio. E intanto da Italia viva...

Eravamo quattro amici al bar. E sì che non ce n’erano molti di più ieri al Caffè Fiorio di via Po dove si è svolto il direttivo di Azione a Torino, aperto a tutti gli iscritti. Niente a che vedere con l’entusiasmo che non più di sei mesi fa avvolgeva il partito di Carlo Calenda con qualche vecchia lenza della politica subalpina che iniziava a girarci attorno nella famelica attesa di un posticino da spolpare. Una ventina, forte trenta gli irriducibili di un partito che dopo il naufragio del Terzo polo fatica a risalire la china, impegnato in una stucchevole querelle con Matteo Renzi e i suoi. Non c’erano, per esempio, l’ex deputato dipietrista Gaetano Porcino e neanche Dario Troiano, un tempo consigliere comunale a Torino dei Moderati (e non solo), nessuna traccia dell’ex vicepresidente della Provincia Marco D’Acri, anche lui una volta in Italia dei Valori.

Dal livello nazionale a quello locale non mancano i tormenti. Le voci sempre più insistenti di un sostegno al centrodestra alle prossime elezioni regionali lascia più d’uno perplesso. Una parte degli iscritti non più di due anni fa si sono ritrovati a fare campagna elettorale – alcuni da candidati – per il centrosinistra e per Stefano Lo Russo, la prospettiva ora di spostarsi a destra non entusiasma. Se, infatti, nel Cuneese la maggioranza del gruppo di Azione è tradizionalmente vicino al centrodestra, a Torino molti arrivano dal centrosinistra e faticano a immaginarsi alleati di Meloni e Salvini. C’è chi minaccia di alzare i tacchi, altri che già sondano il centrosinistra in un remake al contrario di quanto avvenuto alle scorse comunali quando il partito si lacerò con una parte che finì tra le truppe di Paolo Damilano.  

È un clima di generale scoramento quello che avvolge il partito. Anche il presidente regionale Osvaldo Napoli e la deputata del territorio Daniela Ruffino hanno marcato visita, così come il commissario Enrico Costa, lasciando gli onori di casa alla segretaria Cristina Peddis, che un anno fa è stata nominata da Lo Russo nella Fondazione Contrada dopo essere stata candidata nelle sue liste. Il tutto mentre dal suo aventino, l'ex segretario regionale Gianluca Susta, vede ridursi al lumicino ogni possibilità di candidatura alle Europee, e lancia strali contro i leader del Terzo polo.

E poi ci sono le sirene di chi se n’è andato e prova a sedurre i delusi di Calenda. È il caso di Matteo Emanuele Maino, già vicesegretario di Azione in Piemonte, migrato alla corte di Matteo Renzi dove ora si sta preparando in vista della stagione congressuale che culminerà a ottobre. Si dice che si sia messo in testa di candidarsi al vertice del partito e starebbe sondando anche alcuni ex compagni di ventura per aiutarlo nell'impresa. 

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