EDILIZA SANITARIA

"No alla vendita del Maria Adelaide",
ma i medici sono tra gli acquirenti

Levata di scudi dell'Ordine e dei sindacati in difesa dell'ospedale chiuso dal 2016. Nel mirino anche la cessione della struttura a Ream Sgr. Ma nella società, oltre alle fondazioni bancarie, c'anche l'Enpam, l'ente di previdenza dei camici bianchi

Lancia in resta nel contestare la vendita dell’ospedale Maria Adelaide di Torino rivendicandone l’utilizzo in ambito sanitario (peraltro ipotizzato dalla Regione Piemonte), ma forse non proprio attenti al cortocircuito che invece appare chiaramente nella vicenda. Le dure prese di posizione dell’Ordine dei Medici e dei sindacati dei camici bianchi sulla cessione della struttura e il suo futuro impiego, stridono guardando la compagine azionaria di Ream Sgr, ovvero la società che per circa 6 milioni di euro si è aggiudicato l’immobile dell’ex ospedale. Chiuso nel 2016 dall’allora giunta regionale presieduta da Sergio Chiamparino, il nosocomio compreso nel patrimonio della Città della Salute, dovrebbe diventare una residenza universitaria e in parte ad attività sociosanitarie, come annunciato dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi.

“Il Maria Adelaiade va riaperto per l’assistenza territoriale”, tuona l’Ordine dei medici, lo stesso che nella sua articolazione nazionale compone la governance di Enpam, l’ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri. E dove si trova Enpam? Nell’azionariato di Ream Sgr, ovvero la società che ha acquistato il Maria Adelaide. Oltre al grosso delle quote rappresentato dalle fondazioni bancarie – dalla Crt alla Compagnia di San Paolo a Carispezia – il terzo socio dopo le due casseforti piemontesi è proprio l’istituto i previdenza dei medici, che a sua volta ha nella governance sia l’Ordine sia rappresentanti dei sindacati. 

Insomma, mentre con una mano si mette mano al portafogli per acquistare l’ex ospedale, con l’altra si agita la bandiera per una sua riapertura. Non sappia la tua sinistra quel che fa la destra, insegna il Vangelo. Ma lì si parla di elemosina, non di affari.

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