VERSO IL 2024

5s in Sardegna, Piemonte al Pd

L'ipotesi di uno "scambio" tra i due alleati-concorrenti. Schlein darebbe il via libera a Todde nell'isola e Conte asseconderebbe l'alleanza a Torino (dove Gribaudo sarebbe più gradita rispetto a Valle). Il prof D'Amico ormai certo in Abruzzo

Accordo in salita e a macchia di leopardo. Pd e Movimento 5 stelle procedono a tentoni, tra fughe in avanti e improvvisi dietrofront. Non esiste, al momento, uno schema nazionale e, soprattutto il partito di Giuseppe Conte vuole mantenere integro il doppio registro della propria azione: concorrente dei dem sui temi sociali e del lavoro, alleato laddove il suo contributo possa risultare determinante al buon esito elettorale. Ma se per l’Abruzzo i giochi sembrano (quasi) fatti – si va verso la candidatura a governatore di Luciano D’Amico, ex rettore dell’Università di Teramo – nelle altre regioni chiamate al voto il prossimo anno la partita è piuttosto complicata. Un ginepraio, il campo largo giallorosso, che si presenta anche per quanto riguarda le amministrative, con quasi quattromila comuni al rinnovo (tra cui diversi capoluoghi di provincia come Firenze, Bari, Lecce, Pesaro, Bergamo). Ma in questo caso, la presenza del doppio turno potrebbe almeno in parte compensare l’assenza di una coalizione ampia. Per le Regioni, invece, gli equilibri cambiano. Ecco perché i quartier generali dem e pentastellati hanno cominciato a muoversi.

Dal Nazareno trapelano indiscrezioni su una iniziativa volta a dare se non una cornice complessiva alle trattative, almeno a introdurre criteri e modalità in grado di sbloccare l’impasse. Ed è in questo quadro che si starebbe profilando una trattazione parallela di due dossier: quello di Piemonte e della Sardegna. L’obiettivo è quello di arrivare a una sorta di accordo “in chiave sabauda” di due regioni legate tra loroda antiche radici storiche.

Per la Sardegna, la prima Regione che dovrebbe andare al voto a febbraio, il nome che si fa in casa Cinquestelle è quello dell’ex viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde. La grillina, assicurano dalle parti di via di Campo Marzio, avrebbe già incassato la benedizione del Nazareno. Stando ad altre voci, invece, la vicenda non sarebbe ancora chiusa. Perché un pezzo di Pd, soprattutto locale, fa il tifo per il sindaco di Quartu Sant’Elena, Graziano Milia. E non accetta volentieri di “regalare” una possibile elezione a governatore a un esponente dei Cinquestelle. Tanto più che le chance di vittoria del centrosinistra, a sentire i maghi dei sondaggi, sull’isola sarebbero più elevate che altrove. Di certo i recenti botta e risposta tra Conte ed Elly Schlein non aiutano le trattative. Nel Pd c’è chi storce apertamente il naso: “Perché dovremmo regalare a Conte il suo primo presidente di Regione, quando lui non fa altro che attaccarci, a cominciare dalla questione migranti?”.

Da qui l’idea di uno scambio: via libera alla Todde in Sardegna, un candidato Pd in Piemonte soprattutto se i dem dovessero schierare la vicepresidente nazionale Chiara Gribaudo, di certo più gradita dell’altro aspirante, Daniele Valle, almeno agli occhi di Chiara Appendino che vede nel giovane vicepresidente di Palazzo Lascaris una figura troppo legata al sindaco Stefano Lo Russo (verso il quale nutre un’aperta ostilità). Il partito locale, com’è noto, perora la causa dell’alleanza coi grillini, moltiplicando appelli e corteggiamenti. Appendino è restia, il gruppo consiliare in via Alfieri non disdegnerebbe l’intesa, guardando con interesse quanto sta succedendo altrove. E se in Umbria è ancora buio pesto, in Basilicata a un accordo si sta già lavorando da tempo, e nelle prossime settimane si potrebbero raccogliere i frutti. Tutto, però, resta appeso alle decisioni che arriveranno da Roma. E – soprattutto – ai rapporti difficili, ora distesi ora tesissimi, tra Conte e Schlein.

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