PASSATO & PRESENTE

Intelligenze (non solo artificiali) cercasi

L'annuncio di Cirio dal palco dell'Unione industriali: "Entro fine anno il tavolo del nuovo centro per l'Ai a Torino". Si cerca una sede. Il presidente Marsiaj, all'ultimo giro di valzer, auspica quota 200mila auto a Mirafiori e punta sull'ingegneria: "Non basta la produzione"

Dopo tanto tergiversare ora si accelera: “Entro fine anno si insedierà in Piemonte il tavolo sull’intelligenza artificiale”. L’annuncio arriva dal palco del Teatro Regio, dov’è in corso l’assemblea dell’Unione industriali. A farlo il governatore del Piemonte Alberto Cirio, dopo un colloquio telefonico avuto in mattinata con il ministro del Made in Italy e delle Imprese Adolfo Urso. “Oggi stesso – ha aggiunto – invierò alle università, alla Città metropolitana e al Comune di Torino una lettera perché sto raccogliendo il dossier per individuare quale sarà la sede migliore”. Tra le location su cui si sta ragionando ci sono Tne o le Ogr ma per ora, assicura il presidente della Regione, “sono solo ipotesi”.

Ma non sono solo quelle artificiali le intelligenze invocate dal palcoscenico del Regio. Il presidente degli industriali torinesi Giorgio Marsiaj, all’ultimo giro di valzer prima di passare la mano (quasi certamente all’attuale numero uno di Confindustria Piemonte Marco Gay), auspica per Torino un futuro non solo di città della produzione di automobili, ma in cui possa trovare sede il “centro di ingegneria” che “è la base di tutto e credo si vada in questa direzione”. È la famosa “testa” della linea produttiva, dove l’auto viene pensata, dove nasce il “progetto”. E la presenza a Torino del Politecnico e le sinergie che negli anni ha sviluppato con la Sacra Ruota, rendono la città sede ideale per un centro di ingegneria secondo Marsiaj. Un modo per ridare centralità alla città in cui tutto è nato, ma anche per trattenere almeno una parte di quei cervelli che dopo essersi formati a Torino, tendono a varcare i suoi confini per affermarsi altrove.

Accanto al vertice di via Fanti c’è il giornalista Paolo Mieli, sul palco si avvicendano i saluti istituzionali – tra cui quello del sindaco Stefano Lo Russo che ha sottolineato la capacità di Torino di “fare sistema” – e gli interventi dell’analista geopolitico Dario Fabbri, l’esperta sanitaria Ilaria Capua, la direttrice del centro sull'Intelligenza artificiale del Politecnico di Torino Barbara Caputo e il responsabile del fondo BlackRock per il Sud Europa Giovanni Sandri.

In prima fila, tra gli altri, il presidente della Camera di Commercio di Torino Dario Gallina, che Mieli confonde per un attimo con Cirio, invitandolo sul palco per il saluto istituzionale. Altro che governatore, a lui basterebbe riuscire a rimanere in sella alla Camera per un altro giro, se l’associazione commercianti e le altre sigle non industriali glielo concederanno. Tra coloro che lo insediano ci sarebbe proprio Marsiaj, il quale di uscire di scena non pare avere alcuna intenzione.

A chiudere l’assemblea l’intervento del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, secondo il quale “Torino ha un dna manifatturiero, la manifattura si è trasformata nel tempo e ha saputo trovare all'interno delle sue capacità, delle sue competenze e del suo dna le motivazioni per trasformarsi e rimanere al passo con i tempi”. Poi ha aggiunto: “Anche Milano ha avuto un momento difficile, di transizione, e ha saputo rigenerarsi. Aerospazio e Intelligenza artificiale sono state identificate da Torino come motivazioni per fare una nuova manifattura. Torino non ha pianto su se stessa, noi imprenditori non siamo abituati a farlo, affrontiamo le emergenze, le difficoltà e le criticità del momento e pensiamo al futuro studiando il passato”.