DIRITTI & ROVESCI

Autovelox, "basta al Far West". Decreto contro i Comuni rapaci

Tema caro alla Lega fin dai tempi di Bossi, la guerra alle multe a raffica ora lo impugna Salvini che annuncia per fine anno le nuove regole omogenee in tutto il Paese. Nello scorso anno i "vigili elettronici" hanno fruttato 2,7 miliardi. A Torino quasi 5 milioni in nove mesi

Una volta era “Roma ladrona”. Adesso la Lega, col suo leader-ministro quell’aggettivo lo declina al plurale associandolo a tutti quei Comuni e pure a quelle moribonde ma rapaci Province che continuano a incassare milioni grazie agli autovelox ,“sempre più spesso piazzati – come denuncia Matteo Salvini – non per evitare incidenti e garantire la sicurezza, ma per fare cassa”.

Rapporto storicamente conflittuale quello dei leghisti con i “vigili elettronici”, tanto che negli anni in cui ruggiva il leone di Cassano Magnago,  non era raro leggere sui muri pittati dai fedelissimi di Umberto Bossi pure “Autovelox rapina del Nord”, facendo felici gli automobilisti di passaggio più di quanto sarebbe riuscito a un manifesto con la pubblicità degli slip Roberta.

Tra le non molte eredità conservate nel nuovo partito, la guerra alle implacabili macchine sfornamulte vede, dunque, un Salvini lancia in resta deciso a “porre fine al Far West dell’autovelox”, dove gli enti locali vestono i panni dei ladri di cavalli. 

I dati sono di conforto alla tesi del ministro. Nello scorso anno gli autovelox hanno portato a un incasso complessivo che supera i 2 miliardi e 700 milioni, cifra che vista dall’altra parte assume l’immagine vicina a quella rapina denunciata ai tempi del Senatur. Solo a Torino nel 2022 le rilevazioni elettroniche hanno fatto incamerare al Comune circa 2 milioni e mezzo, salita già a 4,8 nei primi nove mesi di quest’anno. Cifra considerevole, ma assai minore rispetto ai 10,7 milioni di Genova e i 12,9 di Milano. Ma se si guarda al Sud, ecco che sempre la famosa scritta sui muri suona in qualche modo calzante con il suo riferimento geografico. A Napoli, certo non esempio di virtuoso rispetto delle regole della circolazione, dagli autovelox si sono incassati appena 18.700 euro, assi meno di quanto fruttino le multe in un piccolo comune del Nord. 

E mentre in Veneto l’esasperazione dei plurimultati è arrivata a far saltare per aria gli occhiuti totem a bordo strada, in Parlamento Salvini ha appena annunciato l’arrivo in conferenza Stato-Regioni entro fine mese del decreto con cui assicura di rimettere ordine sull’uso e l’abuso degli autovelox. “Installazione e segnalazione devono essere riportati entro binari chiari e omogenei”, annuncia il ministro che intende inserire nel nuovo codice della strada i criteri più stringenti per Comuni, Province e tutti gli enti titolati a usare le apparecchiature. Una svolta che è facilmente presumibile avrà non leggeri contraccolpi sulle finanze degli enti locali, in molti casi, ormai abituati a far conto su quegli introiti destinati ad essere ridimensionati. Il leader del partito che vanta nella sua storia non pochi sindaci-sceriffi, annuncia che presto finirà per gli autovelox il Far West. E, non mancando di occhieggiare al voto delle “vittime”, lascia intendere la celebre frase da saloon, rivista alla bisogna,  “non sparate (le multe) sull’automobilista”. 

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