VERSO IL VOTO

Un candidato sindaco ai 5 Stelle: ultima avance del Pd in Piemonte

Il numero uno del partito chiama a rapporto i segretari provinciali. Vuole un Comune per ingolosire i grillini in vista del prossimo incontro sulle regionali. Il "Caso Cuneo" al centro dei colloqui bilaterali. Obiettivo: "Togliamo alibi a Conte e ai suoi"

Il Pd cerca un candidato sindaco da offrire ai Cinquestelle. Detto così può sembrare paradossale (e in parte lo è)  ma certo dopo l’incontro dello scorso 4 gennaio, il segretario dei dem piemontesi Mimmo Rossi ci si è messo di buzzo buono a cercare le condizioni per strappare un accordo alle prossime regionali. E visto che il lungo cahier de doleances squadernato dalla parigrado pentastellata Sarah Disabato partiva proprio dai “territori” e cioè da quei comuni nei quali “non ci avete mai calcolati, se non per chiedere l’appoggio ai vostri candidati” è da lì che si è deciso di partire.

Rossi ha convocato i segretari di quelle province in cui c’è da ricucire con i Cinquestelle: Torino, Cuneo, Alessandria e Vercelli. Ieri sera il confronto con il numero uno del partito della Granda Mauro Calderoni e del collega alessandrino Otello Marilli, oggi è il giorno di Marcello Mazzù, a capo della Federazione del capoluogo, e della vercellese Mariella Moccia: i temi caldi sono tanti e vanno dalle prossime comunali fino all’ipotesi di rimpasto prospettata dal sindaco alessandrino Giorgio Abonante, che neanche a farlo apposta ha indispettito il Movimento 5 stelle.

Da una parte Rossi non vuole lasciare nulla di intentato, dall’altra è evidente il tentativo di condividere la responsabilità di una più che probabile rottura con tutte le componenti del partito. Serve un’assunzione di responsabilità collettiva (si dice così in questi casi, da liturgia), a partire da quei comuni che andranno al voto e in cui pesa il mancato coinvolgimento dei Cinquestelle. Tra le poche eccezioni c’è Settimo Torinese, più per lo spirito d’iniziativa della sindaca uscente Elena Piastra che per una linea condivisa dei dem. Il responsabile degli Enti locali e sindaco di Collegno Francesco Casciano ha cercato a più riprese la concittadina Disabato ma lei considera l’interesse dell’interlocutore piuttosto tardivo e fin troppo interessato. Ruggini di ieri e sospetti di oggi fanno da sfondo a una trattativa sempre più in salita. Più o meno ovunque il Pd ha già il suo candidato, i 5 Stelle sono chiamati a rimorchio (anche un po’ per l’indecisionismo cronico che li contraddistingue, costantemente divisi tra la tentazione di sedersi al tavolo e quello di rovesciarlo). Vercelli, Biella, Verbania, Alba, Fossano, Saluzzo, Bra, Chieri, Rivoli, Collegno sono solo alcune delle realtà che andranno alle urne tra sei mesi e in cui i rapporti tra i due principali azionisti dell’opposizione a Giorgia Meloni sono quantomeno scostanti.

Nei colloqui con i segretari provinciali, accanto a Rossi c’è la presidente del partito Nadia Conticelli e la responsabile degli Enti locali Rita Rossa. I contatti sono iniziati nei giorni scorsi: l’obiettivo è ridurre al minimo gli alibi di Giuseppe Conte e i suoi. Per questo le diplomazie si sono mosse anche nei confronti del sindaco alessandrino Abonante, pronto fino a qualche giorno fa a varare un rimpasto di giunta che avrebbe promosso quella vecchia lenza di Giovanni Barosini (momentaneamente accasato in Azione) a vicesindaco, marginalizzando gli alleati del Movimento 5 stelle. Non un’ottima mossa per chi veniva considerato il campione del campo largo, tra gli antesignani di un’alleanza così difficile da replicare altrove e finito per essere uno dei potenziali ostacoli all’accordo regionale. I mugugni dei pentastellati e qualche telefonata da Torino hanno portato il sindaco a rallentare fino quasi a stoppare un’operazione che in questo momento rischia di essere controproducente per gli equilibri locali e regionali.

Tra i nodi da sciogliere anche quello legato alla presenza del Pd nella maggioranza della Provincia di Cuneo, dove il presidente è Luca Robaldo, ex capo della segreteria di Alberto Cirio, vicino ad Azione e tra i principali alleati del governatore nella Granda. “Fateci capire da che parte siete” è stata la provocazione del consigliere regionale grillino Ivano Martinetti che è di Alba e che per primo ha posto la questione cuneese al tavolo.  Cosa sarà in grado di chiarire o concedere il Pd nel prossimo vertice in programma il 17 gennaio?

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