VERDI DI RABBIA

Trattori in tangenziale, andiamo a protestare

Sale la tensione anche in Piemonte. Numerosi blocchi sulle autostrade. La collera degli agricoltori verso le misure green dell'Europa. Cortei a Cuneo, Alessandria e Novara. Occhi puntati sul vertice straordinario di giovedì tra i leader Ue

La protesta degli agricoltori ad Alessandria, con circa 300 manifestanti, ha bloccato, per oltre mezz’ora, anche il casello Alessandria ovest della autostrada A21 Torino-Piacenza. In precedenza, il corteo aveva paralizzato la tangenziale alessandrina. I mezzi in doppia fila hanno bloccato l’intera careggiata per il tempo del passaggio del corteo. La protesta degli agricoltori ha toccato altre città piemontesi: a Cuneo un corteo si è mosso nella mattinata dalla frazione San Rocco Castagnaretta diretto verso il centro cittadino. A Novara i manifestanti, a bordo di circa 150 trattori, divisi in due gruppi, si sono riuniti sul piazzale dello stadio Silvio Piola. Oltre che dal Novarese gli agricoltori sono arrivati dal Vercellese e dalla Lombardia, dalla vicina Lomellina. I manifestanti hanno suonato i clacson esibendo cartelli con slogan come “Senza agricoltura niente cibo niente futuro” e “Se l’agricoltura muore muori anche tu”. Nel pomeriggio è previsto un corteo diretto nel parcheggio dell’outlet di Vicolungo a una quindicina di chilometri da Novara.

Francia, Germania, Romania, Belgio, Polonia e ora anche l’Italia: sono questi alcuni dei Paesi europei dove decine di migliaia di agricoltori hanno riposto gli attrezzi e bloccato le strade con i loro trattori. Già provati dai rincari del costo della vita, gli agricoltori stanno protestando contro misure pensate per rendere maggiormente sostenibile il settore agroalimentare, ad esempio imponendo la sospensione delle attività per permettere al terreno di riposare.

Un grido unico di protesta per chiedere “un cambio nelle politiche europee”. E al quale l’Ue – bersaglio di accuse incrociate al suo Green Deal, ai nuovi requisiti della Pac e all’accordo con il Mercosur – è pronta a rispondere con nuove misure che saranno presentate giovedì, quando il dossier planerà anche sul tavolo del vertice straordinario dei leader Ue. A precedere il confronto a Ventisette ci sarà però un faccia a faccia tra Ursula von der Leyen ed Emmanuel Macron cruciale per le sorti dell’intera protesta. Redditi migliori, più flessibilità sugli standard ambientali, aiuti per rispondere agli effetti del cambiamento climatico e alle epidemie come l'aviaria, aumento dei prezzi del carburante e dell’energia, dazi zero sulle derrate dall’Ucraina: i fattori comuni del malcontento sono molteplici. E sotto i riflettori è finito anche l’accordo di libero scambio Ue-Mercosur, da anni al centro delle trattative con Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay e ora a rischio di saltare. Le norme, è l’attacco frontale di Macron, “non sono omogenee” rispetto agli standard europei. Anzi, il chiodo fisso francese è che l’intesa, aprendo il mercato ai prodotti provenienti da oltreoceano, danneggi le produzioni locali e contribuisca al disboscamento in Amazzonia. Ma a suscitare la rabbia degli agricoltori sono anche i nuovi requisiti della Politica agricola comune, quella Pac riformata nel 2021 che ora impone agli agricoltori di mantenere il 4% delle superfici a riposo per avere accesso ai fondi.

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