ALTA TENSIONE

"Lo Russo risponderà per ogni sasso contro la polizia"

La durissima reazione dei sindacati di polizia sull'operazione Askatasuna. Si valutano azioni legali, ma il primo cittadino replica: "Quello che stiamo facendo è anche a tutela degli agenti". I due fronti del sindaco in Procura e Questura

Ormai è scontro aperto tra sindacati di polizia e il sindaco Stefano Lo Russo dopo la decisione dell’amministrazione di Torino di avviare un percorso di istituzionalizzazione del centro sociale Askatasuna. I vertici di Fsp, Siulp e Sap sono arrivati oggi a ipotizzare azioni legali contro il primo cittadino e il Comune per gli incidenti e gli episodi di violenza che saranno provocati dai militanti di Askatasuna. “Per ogni sassolino che ci verrà lanciato addosso e per ogni che vetrina verrà infranta valuteremo questa possibilità” sono state le loro parole.  Il riferimento è al progetto del Comune di “co-gestire” una parte dell’immobile in cui il centro sociale si è insediato, senza autorizzazione, da quasi trent’anni. Un’operazione che secondo le sigle sindacali porta di fatto alla “legalizzazione” e al “riconoscimento”, da parte di Palazzo civico, di un sodalizio che “da molti anni è al centro di episodi di violenza non solo a Torino ma anche in Valle di Susa e nel resto d’Italia”. Luca Panzanella (Fsp), parla di “scelta gravissima” e annuncia la richiesta di un incontro con la prefettura, mentre Antonio Perna (Sap) si dice “deluso” dall’amministrazione comunale. Secondo Eugenio Bravo (Siulp) Askatasuna continuerà a portare avanti azioni illegali “pericolose” e “la soluzione a questo problema non è legalizzare, ma sgomberare”.

Dichiarazioni che arrivano nel giorno in cui gli agenti della Digos guidati dal comandante Carlo Ambra, su mandato della Procura (l’inchiesta è nelle mani del pm Davide Pretti, mentre l’ordinanza è stata firmata dal gip Roberta Cosentini), hanno condotto un blitz all’interno del centro sociale che ha portato a misure cautelari per 12 attivisti. Per qualcuno l’ulteriore dimostrazione dell’aperta ostilità di alcuni settori delle forze dell’ordine e della magistratura nei confronti dell’operazione che sta portando avanti Lo Russo. “È mio costume da sempre non commentare le azioni condotte dalla magistratura o il tempismo di queste azioni, non ho gli elementi per potermi esprimere – è stata la replica del sindaco –. Il nostro è un percorso che, come è scritto anche nelle carte approvate, che invito tutti a leggere prima di commentare soprattutto chi sta strumentalizzando un po’questa questione per ragioni politiche, prescinde dalle azioni di contrasto messe in campo dalla magistratura. E ribadisco la totale e ferma condanna di qualunque atto violento e l’esigenza di perseguire chi ha commesso reati”.

“Il ragionamento che abbiamo impostato sull’immobile di corso Regina 47 – ha aggiunto Lo Russo – prescinde da questa dimensione e ha due caratteristiche indispensabili per poter partire, che l’immobile deve essere rilasciato alla città libero, quindi non più occupato da persone, e che si possa essere certi che non venga più utilizzato per fini o scopi che possono mettere a rischio l’incolumità delle persone. Sono condizioni che rappresentano chiaramente il nostro intento, provare a risolvere un problema che si trascina da 27 anni, cioè recuperare un immobile della città ad usi sociali e di farlo nella piena legalità”. Un percorso che, secondo il primo cittadino “va anche nell’ottica della tutela e dell’incolumità delle forze dell’ordine, che spero possano essere impiegate sempre meglio a tutela della sicurezza della nostra città, senza rischiare di essere coinvolte in situazioni di tensione che possono generare episodi violenti”.

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