LA SACRA RUOTA

Stellantis, l'elettrico in Ungheria

Investimento da 116 milioni destinato in parte alla produzione, in parte a ricerca e sviluppo. L'annuncio del ministro degli Esteri di Orban che esulta per la riconversione di un ex stabilimento Opel. Intanto Urso continua a lamentarsi

Stellantis annuncia un investimento da 116 milioni sui motori elettrici in Ungheria. Mentre l'Italia naviga a vista, l'azienda sempre meno italo e sempre più francese continua a diversificare la sua attività, attivando siti produttivi in ogni parte del globo. E così mentre gli addetti di Mirafiori e mezza Italia resteranno per un mese in cassa integrazione, quelli ungheresi presto inizieranno i corsi di formazione per riattivare entro il 2026 l'impianto di Szentgotthard, appena dismesso da Opel.

L'investimento, che beneficia del sostegno del Governo ungherese, servirà per la trasformazione e l’aggiornamento dello stabilimento ed è finalizzato ad aumentare la produzione di mezzi con tecnologia Edm. È il terzo sito che Stellantis dedicherà agli Edm, dopo quelli di Tremery-Metz in Francia e di Kokomo negli USA. Inoltre, nel corso del 2024 il comprensorio di Mirafiori, in Italia, aumenterà la produzione delle trasmissioni elettrificate a doppia frizione (eDCT) di nuova generazione per i veicoli Stellantis ibridi e ibridi plug-in.

E mentre in Ungheria stringono accordi, in Italia si fa polemica. “Stellantis non è in crisi, ha diversi progetti significativi a livello internazionale, ma in Italia manda periodicamente, e sempre di più, in cassa integrazione i suoi dipendenti, con necessario ricorso a risorse pubbliche” s’è crucciato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a Sky Tg24. “Con loro siamo stati chiari e trasparenti sin dall’inizio della legislatura, coinvolgendoli in un tavolo – aggiunge -. Abbiamo anche istituito un tavolo Stellantis parallelo al tavolo automotive, con l’obiettivo, dichiarato dall’azienda, di costruire un percorso che portasse ad aumentare la produzione nel nostro Paese sino a 1 milione di veicoli. Per incentivare questo progetto, abbiamo presentato un Piano straordinario di incentivi al consumo che quest’anno avrà quasi 1 miliardo di euro”. Dunque, occorre “creare le condizioni perché l’azienda mantenga quello che l’ad ha detto – ha concluso Urso –. Se questo non emergerà con chiarezza già da quest’anno, le risorse del fondo automotive saranno destinate anch’esse non più a incentivare il consumo ma incentiveremmo di più chi vuole realizzare nel nostro Paese una nuova casa automobilistica o realizzare un'attività produttiva nel settore in Italia”.

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