VERSO IL VOTO

M5s-Pd, cetriolone sul campo largo

Anche dopo la disfatta d'Abruzzo nessuno vuole assumersi la responsabilità della rottura in Piemonte. E così la manfrina continua. I grillini attendono "risposte sui temi" e i dem ripetono che "sono più le cose che ci uniscono"

Tenere la posizione. Fermi, come il semaforo di Romano Prodi nella proverbiale imitazione di Corrado Guzzanti. Non un passo avanti né uno indietro. Il campo largo in Piemonte è già saltato, ora l’obiettivo del Movimento 5 stelle è dare la responsabilità al Pd. Così se si chiede alla coordinatrice regionale Sarah Disabato un commento sulla disfatta del fronte giallo-rosso (e pure verde, rosa e blu, sembrava un arcobaleno) in Abruzzo lei risponde serafica: “Noi guardiamo al Piemonte. Da mesi ripetiamo che per costruire un’alleanza serve un programma serio, unitario e condiviso, non basta mettersi insieme per sommare i voti”. Restano fermi i Cinquestelle. “Sui temi”. Qui non si fa tattica, la schiena è dritta, l’unico interesse è quello dei piemontesi. “Sanità pubblica”, ecco “la nostra priorità” per Disabato che proprio oggi è partita con una campagna di affissioni in tutto il Piemonte a partire dalla provincia di Cuneo, dov’è attivissimo il vicepresidente del Consiglio Ivano Martinetti.

“Chiudere la porta ai finanziamenti privati nella realizzazione dei nuovi ospedali”, perché “convergenze vanno trovate sulla proposta politica, sui programmi e sui contenuti, così come abbiamo fatto in molti Comuni nei quali il Movimento 5 Stelle si è fatto promotore del campo giusto”. E pazienza se fu proprio Chiara Appendino, quando era sindaca di Torino, a sostenere la variante al piano regolatore che consentì alla Regione Piemonte di avviare il progetto del Parco della Salute attraverso il partenariato pubblico-privato. Allora si poteva fare, oggi no. Tra i Cinquestelle filtra addirittura un certo “stupore” per la decisione del Pd di convocare la sua assemblea regionale sabato 16 marzo e scegliere il candidato presidente senza attendere ancora un po’. “A livello regionale – conclude Disabato – la nostra posizione è chiara e continuiamo ad attendere risposte dal Partito democratico”.

Tra i temi al centro della nuova campagna di affissioni dei pentastellati c'è anche, naturalmente, l'annosa questione delle liste d'attesa. E così, in questo appassionante gioco del cerino (che ormai sta più prosaicamente diventando quello del cetriolo), si infilano anche Mimmo Rossi e Raffaele Gallo, rispettivamente segretario regionale e capogruppo in Consiglio del Pd. “Apprendiamo con piacere che il M5s condivide pienamente la campagna pubblica Stop liste d’attesa che abbiamo lanciato un anno fa e che ha raccolto oltre 20mila firme. Del resto, come ripetiamo da mesi, sono più i punti in comune tra le nostre forze politiche che le distanze su questi temi”.

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