VERSO IL VOTO

"Conte ha ragione", parola di Lo Russo

Secondo i Cinquestelle è a causa sua che il campo largo è morto. Ma il sindaco di Torino non ci sta a vestire i panni del becchino e getta la vanga: "La mia amministrazione in discontinuità con Appendino, è vero. Ma non basta per spiegare la mancata alleanza"

Dal suo punto di vista è una decisione incomprensibile. “Credo che i piemontesi che vivono non a Torino, cioè la maggior parte, facciano fatica a capire le reali motivazioni di una rottura come quelle che si stanno utilizzando per giustificarla”. Stefano Lo Russo per mesi non ha detto una parola sulla travagliata vicenda delle regionali in Piemonte, tenendosi ben a distanza dalle polemiche che pure avevano preso di mira proprio lui, sindaco Pd di Torino, additato dai 5 Stelle come principale ostacolo alla nascita in Piemonte del campo largo. Criticato per quella concordia istituzionale stretta con Alberto Cirio e per questo trattato come una specie di quinta colonna del governatore di centrodestra, l’inquilino di Palazzo civico ha preferito rinchiudersi nei suoi appartamenti anche a costo di lasciare nella palta Daniele Valle, l’aspirante candidato che pure è stato tra gli artefici della sua elezione. Non era aria, forse temeva addirittura di danneggiarlo, molto probabilmente l’abito del leader politico non si attaglia al suo profilo di amministratore.

Ai rancori, che pure hanno predominato nella posizione di Chiara Appendino, Lo Russo oppone un ragionamento sulle motivazioni che hanno portato Giuseppe Conte e l’intendenza locale a mandare a monte la trattativa per una coalizione Pd-M5s. Dando atto di quella “mutazione” della formazione pentastellata, ormai sideralmente lontana dalle pulsioni primigenie del grillismo. “Il M5s di oggi non è quello del 2016, ha subito una profonda trasformazione – spiega, riprendendo una riflessione già svolta mesi fa –. In questa cornice si è sviluppata l’opportunità, laddove possibile, di costruire coalizioni”. Nessuna avversione preconcetta, garantisce il sindaco secondo il quale le alleanze vanno però misurate nei contesti territoriali.

“Per quanto riguarda il piano locale prendo atto delle parole del presidente Conte che attribuisce alla nostra amministrazione una discontinuità rispetto alle azioni del M5s. Io non mi sono candidato in continuità con la precedente amministrazione, quindi è un'analisi per certi versi coerente”, continua. “Trovo però un po’ difficile da comprendere come questioni estremamente specifiche che riguardano solo Torino possano essere estese a ragionamenti di coalizione sull’intero territorio del Piemonte”. Il campo largo, con l’inclusione delle “forze moderate di Azione e Italia Viva e di M5s” per Lo Russo “è uno sforzo che va perseguito, nell’ottica di un fronte comune contro un centrodestra che invece ha una coalizione ben definita. Ovviamente queste cose si fanno sulla base di contenuti, di un’autentica volontà di trovare un punto di sintesi tra differenze e non con veti e contro veti su questo o quell’esponente politico”.

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