POLITICA & GIUSTIZIA

Salone del Libro, assolto Fassino

Cinque condanne e dodici tra assoluzioni e proscioglimenti per prescrizione oggi a Torino nel processo per le presunte irregolarità della vecchia gestione della kermesse. Un anno per falso ideologico all'ex presidente Milella

Cinque condanne e dodici tra assoluzioni e proscioglimenti per prescrizione: è l’esito del processo a Torino per le presunte irregolarità commesse nell’ambito della vecchia gestione del Salone del libro. Fra gli imputati c’era Piero Fassino, chiamato in causa nella veste di ex sindaco del capoluogo piemontese, che è stato assolto nel merito dalle accuse. È stata assolta nel merito anche Antonella Parigi, ex assessore regionale alla Cultura. Tra i cinque condannati figura Giovanna Milella, ex presidente della Fondazione per il libro, alla quale è stato inflitto un anno di reclusione con la condizionale per una vicenda di falso ideologico. Stessa pena per Paolo Ferrero. Assolto nel merito anche Roberto Moisio. Per prescrizione, invece, l'ex direttore della comunicazione Nicola Gallino, l'allora revisore dei conti Gianluigi Strambi e Christian Esposito, amministratore della Print Time.

Otto mesi sono stati comminati all’ex commercialista della Fondazione Maurizio Cosatin Geninat, a Raffaella Maniello e a Lidia Maria Pizzotti, anche loro revisori dei conti. Ma essendo passati più di sette anni e mezzo anche per loro queste condanne saranno cancellate dalla prescrizione prima ancora che inizi un eventuale processo d’appello.

Il processo, innescato da un’indagine del “solito” pm Gianfranco Colace, che sta inanellando una serie incredibile di insuccessi, ruotava attorno alle presunte turbative d’asta relative all’organizzazione dell’evento negli spazi del Lingotto e ai falsi in bilancio legati alla rendicontazione della Fondazione del Libro e della Musica.

“Sono molto soddisfatto. Avevo ribadito l’assoluta correttezza del mio comportamento e la sentenza riconosce in modo netto e inequivocabile la mia innocenza e la mia estraneità a qualsiasi illecito. Una assoluzione tanto più evidente perché i magistrati avrebbero potuto semplicemente prendere atto della prescrizione. Invece hanno voluto esprimere un giudizio di merito che rende giustizia alla trasparenza e correttezza del mio operato” ha detto Fassino commentando l'esito del processo. “Resta l’amarezza – aggiunge – di aver subito per quasi 15 anni l’ombra di un sospetto, quando fin dall’inizio era chiaro che non c’era nessun fatto che comprovasse le accuse infondate che mi venivano rivolte”.

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