SQUADRA & COMPASSO

Massoneria, "caso" internazionale. 
Gran Loggia sorvegliata speciale

Le tensioni e le contestate elezioni del Goi provocano pesanti reazioni all'estero. Annunciata l'assenza di numerose delegazioni straniere alla kermesse di Rimini. Il rischio di insediare un Gran Maestro sub judice per le impugnazioni e ricorsi sul voto

Tra un tintinnar di cazzuole e un agitarsi di grembiulini quella che si annuncia per la Massoneria italiana è una Gran Loggia segnata da divisioni e lotte intestine che parevano sepolte nella storia e negli archivi di Palazzo Giustiniani. Tensioni scaturite prima, durante e soprattutto dopo l’elezione per scegliere il successore di Stefano Bisi nella carica di Gran Maestro, che ormai hanno valicato i confini nazionali con pesanti ripercussioni in varie Obbedienze europee.  

A poco più di una settimana dall’annuale riunione degli appartenenti al Grande Oriente d’Italia, la principale comunità massonica nel Paese, e i segnali che arrivano dall’estero confermano come quanto sta accadendo dopo le votazioni, il cui esito tra impugnazioni e ricorsi è ancora sub judice, abbia già provocato reazioni dalle conseguenze tutti da scoprire. 

L’imbarazzo, quello, è già palpabile di fronte all’annuncio di fronte all’annuncio di defezioni pesanti nell’ambito della comuità massonica internazionale. La Ugle (United Grand Lodge of England), la Gran Loggia di Scozia, insieme alle Grandi Logge di GermaniaFrancia e Svizzera Alpina, hanno comunicato la loro decisione di non partecipare alla Gran Loggia di Rimini, l’evento più rilevante per una delle istituzioni massoniche più antiche e rispettate nel panorama internazionale. 

Con oltre 193 Grandi Logge Massoniche regolari sparse in tutto il mondo, il Goi ha sempre mantenuto solidi legami di "mutuo riconoscimento" con numerose altre istituzioni simili. Questo impegno è stato testimoniato dalla sua partecipazione a eventi internazionali di prestigio, confermando il suo ruolo nella promozione dei valori di fratellanza, tolleranza e cooperazione. Ecco perché risulta ancora più imbarazzante la presa di posizione (e di distanza) da parte di un considerevole numero di obbedienze estere, cui facilmente potranno aggiungersene altre. E tutto a causa di quelle elezioni precedute da un clima da lunghi coltelli e seguite da situazione, se possibile, ancor peggiore.

Quando alle 4 del mattino il comitato elettorale ha annullato la vittoria di Leo Taroni, ravennate con un programma icentrato sulla trasparenza e chiaramente orientato alla lotta contro le infiltrazioni mafiose nella Massoneria, si è compreso come l’uscente Bisi avrebbe venduta cara la pelle prima di rinunciare a consegnare il maglietto al suo successore prediletto (e fortemente appoggiato) Antonio Seminario, votato in maniera quasi plebiscitaria dai Fratelli della Calabria e della Sicilia. “Tonino il cosentino” ha preso 6.467 voti, contro i 6.482 di Taroni, ma questo esito aveva mandato su tutte le furie Bisi, il quale aveva definito il ravennate come “sedicente candidato”, per dar l’idea del clima. Più che la sala dei passi perduti, ovvero l’anticamera dei tempi massonici, al Gran Maestro uscente pare importare dei voti perduti dal suo pupillo. Da lì in poi è stato e ancora è tutto un susseguirsi di impugnazioni, ricorsi, carte bollate, “un vero e proprio golpe”, per dirla con i sostenitori di Taroni, sparsi in tutta Italia, ma in particolare al Nord. Un colpo di mano con immancabili epurazioni, soprattutto di grembiulini verdi, ovvero tra i massimi gradi, che come preannunciato porterà a numerose assenze tra le delegazioni estere o a limitate presenze di osservatori alla Gran Loggia, ospitata come di consueto a Rimini, il 5 e 6 aprile prossimi. 

Tra chi, dal fronte di Taroni, percepisce la gravità della situazione ed evidenzia come le obbedienze che preannunciano la loro assenza alla Gran Loggia manifestano così il loro malcontento riguardo alla vicenda delle elezioni e delle contestazioni, ritenendo che ciò minacci l'integrità e la credibilità della Massoneria, auspicano ancora una soluzione per “preservare l’integrità del Goi come custode dei valori di fratellanza e cooperazione internazionale nella comunità massonica globale”. Spiegano che “la trasparenza, la lotta e il rigetto delle infiltrazioni mafiose, il rispetto delle regole e il dialogo aperto sono elementi essenziali per superare questa difficile fase e ristabilire la fiducia e il rispetto delle obbedienze massoniche internazionali”. Poi una speranza, anche se segnata da forti e non immotivati dubbi: “Vediamo se Rimini quest’anno riuscirà ad essere il punto di più alto o il punto più basso di questa situazione, se tornerà la ragionevolezza o se prevarranno logiche lobbistiche che poco hanno a che fare con la filosofia e gli studi esoterici”.

Ancora poco più di una settimana e si capirà quale strada intraprenderà la Massoneria nella sua più importante obbedienza del Paese. Intanto aleggia lo spettro di un insediamento del nuovo Gran Maestro, che probabilmente sarà ancora sub iudice in attesa di dirimere questioni assai poco, anzi per nulla, esoteriche.

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