VERSO IL VOTO

"La rottura in Piemonte? Colpa del Pd". Disabato (M5s) mette il dito nella piaga

È l'ora dei rimpalli sul campo largo sfumato. "Il punto l'hanno messo loro con la designazione della Pentenero", attacca la candidata presidente della Regione. Ma vi sono "visioni differenti", soprattutto sulla sanità: "Contrari ai fondi privati"

È scoccata l’ora dei rimpalli sul (fallito) campo largo in Piemonte. “La rottura con il Partito democratico? Il punto l’hanno messo loro quando hanno deciso di designare una propria candidata alla presidenza della Regione mettendo fine al dialogo che avevamo avviato”. Punta il dito sul mancato alleato, Sarah Disabato, in piena campagna elettorale alla testa del Movimento 5 Stelle, impegnata nella doppia sfida: contro il governatore uscente del centrodestra, Alberto Cirio, e contro l’alfiere del centrosinistra Gianna Pentenero.

Tre incontri interlocutori, dove ogni parte ha messo sul tavolo le proprie priorità, il quarto quello che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere “decisivo” sospeso e mai più convocato. E così dopo oltre due mesi inconcludenti si è arrivati a quel sabato mattina del 16 marzo quando in una stanzina dell’hotel Fortino i maggiorenti locali del Pd e gli emissari nazionali di Elly Schlein hanno rotto gli indugi, tirando fuori dal cilindro la candidatura dell’ex assessora delle giunte Bresso, Chiamparino e Lo Russo. Una scelta, secondo la numero uno dei pentastellati, che ha segnato l’irrimediabile rottura di ogni trattativa.

“È vero – dice Disabato da Novara a margine di un’iniziativa contro la costruzione di un maxi-centro logistico da oltre 800 mila metri quadrati alle porte della città, nella frazione di Pernate – che sulla questione ambientale e del consumo di suolo i punti in comune con il Pd, ma il confronto si è sviluppato anche su altre questioni come la visione sulla sanità pubblica su cui abbiamo una visione differente. Il Movimento 5 stelle non intende costruire nuove opere ospedaliere con lo strumento del partenariato pubblico privato ma vuole utilizzare tutti i canali pubblici a disposizione. È una visione sulla sanità che si contrappone a quella del Pd”.

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