OPERE & OMISSIONI

Valichi e trafori, Piemonte tra frane e ritardi

Cresce la preoccupazione degli industriali piemontesi. Monte Bianco, Frejus e Tav: ogni galleria ha i suoi problemi. Il viceministro Rixi annuncia riaperture sui passaggi alpini dopo le europee e spera di convincere i francesi per la seconda canna

Tante chiusure che minano i collegamenti del Piemonte con l’Europa e fanno aumentare costi e preoccupazioni degli industriali. L’emergenza valichi alpini e i ritardi sulle infrastrutture necessarie sono stati il centro del dibattito “Infrastrutture e logistica. Il nord ovest nel contesto europeo”,  nel quale sono stati presentati degli approfondimenti di Oti, l’Osservatorio territoriale sulle infrastrutture.

Delle 69 opere che Confindustria ritiene urgenti, 27 sono cantierate, cinque in più rispetto al rapporto del 2023. 39 le opere ancora sulla carta: 27 in fase progettuale, 12 invece sono ancora sulla carta. Le opere sono principalmente di viabilità stradale (31) e ferroviaria (26), ma rivestono particolare importanza anche i traforti (4), colpiti da tante chiusure e ritardi nell’ultimo periodo. Delle opere monitorate, solo 27 su 69 sono già cantierate, erano 22 nella precedente edizione del rapporto. A queste si aggiungono 39 opere ancora solo sulla carta: 27 sono in fase progettuale, dodici sono invece semplici proposte. Le tre opere ultimate nell’ultimo anno sono: il collegamento ferroviario Torino-Aeroporto di Caselle, la riattivazione del servizio ferroviario Casale Monferrato-Mortara e il nuovo ponte sul Ticino tra Vigevano e Abbiategrasso.

Confindustria ha prodotto anche un focus sulle 27 opere cantierate. Di queste 18 sono ritenute in linea coi tempi, tra cui la Tav Torino-Lione che nel 2023 ha visto i lavori per il tunnel entrare nella fase esecutiva, il potenziamento dell’interporto Sito di Torino per cui è prevista la fine dei lavori nel primo semestre del 2024. Sei le opere col semaforo giallo per gli industriali: tra queste il raddoppio autostradale del Frejus, colpito dalla frana nella Maurienne nell’agosto scorso, che ha comportato ulteriori ritardi. I costi, dal 2020 sono aumentati di oltre 20 milioni. In difficoltà anche il Terzo valico appenninico: nel 2023 lo scavo delle gallerie è all’86%, per un totale di 75,4 Km scavati su 88 Km complessivi, le difficoltà però provengono dalle condizioni geologiche sfavorevoli registrate dall’Osservatorio. Difficoltà anche per il traforo del Tenda, che ha registrato un aumento dei costi del 50%: l’apertura al traffico della nuova galleria potrebbe slittare oltre giugno 2024, mentre non si sa ancor quando il tunnel sarà aperto in modalità cantiere, per far passare un traffico contingentato mentre i lavori sono in corso. Problemi anche per il completamento della Linea 1 della metro di Torino, che sconta l’aumento dei costi delle materie prime: la tratta Cascine Vica – Rivoli centro è ancora in attesa di finanziamenti per sviluppare la progettazione definitiva

Tre le opere da semaforo rosso per gli industriali. Tra queste c’è l’ammodernamento della strada provinciale Nizza Monferrato-Canelli e la costruzione della quarta corsia della tangenziale di Torino: per entrambe non si è registrato nessun avanzamento nel 2023. Gravi criticità sono rilevate per la manutenzione del traforo del Monte Bianco: lo stop di tre mesi all’anno per 18 anni necessario ai lavori avrebbe ricadute pesantissime per l’economia locale: Confindustria Valle d’Aosta ha stimato un calo del Pil del 9,8% in Valle d’Aosta e nell’intero Nord-Ovest del 5,4%, per un totale di 11 miliardi di euro persi in 18 anni. E manca ancora il progetto del raddoppio.

“Ovviamente la campagna elettorale delle Europee tende un po' a rallentare alcuni processi, ma siamo fiduciosi che subito dopo, avremo una serie di inaugurazioni sui valichi alpini occidentali", ha dichiarato il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi, che si attende buone notizie per la seconda parte dell’anno: “Per i collegamenti con la Francia pensiamo nel secondo semestre 2024 di ripristinarli. Il tema più importante oggi è la frana sul Frejus proprio dalla parte francese. Abbiamo anche chiesto nel G7 di poter accelerare, almeno far passare i treni merci prima del completo ripristino della linea. Prevedono di aprirla linea in autunno inoltrato. Speriamo alla fine dell'estate di poter avere aperture sui merci”. In ogni caso, entro il 2024: “Evidentemente, comunque, andremo a riaprire la linea in ogni caso nel secondo semestre. Apriremo penso a luglio-agosto la seconda canna, sempre del Frejus. In questo caso i lavori sono ultimati da novembre. Stiamo aspettando da parte francese i collaudi dell'opera. Ci è stato detto che nella prima parte del secondo semestre sarà inaugurata". Rixi nutre speranze sul raddoppio del Monte Bianco: oltre che della Tav, "con i francesi abbiamo parlato anche del Monte Bianco perché riteniamo la seconda canna sia necessaria sul traforo. Ci sono perplessità da parte delle comunità d'Oltralpe, però diciamo che stiamo analizzando le cose da un punto di vista pragmatico e quindi credo troveremo le soluzioni".

Preoccupazione da parte del presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay: “Purtroppo quasi due terzi di queste sono ancora in fase progettuale. Registriamo qualche segnale positivo, tra cui tre cantieri conclusi, ma sulle opere strategiche principali come Terzo Valico e Torino-Lione sono ancora molte le incognite”. Ma le preoccupazioni più forti vengono dalla situazione dei trafori: “Se alziamo lo sguardo all’intero sistema di attraversamento delle Alpi, nell’ultimo anno ci siamo trovati nel mezzo di una tempesta perfetta che va dal Traforo del Monte Bianco alla frana nella valle della Maurienne, dal Gran San Bernardo al raddoppio del tunnel sotto al Colle di Tenda. Questa è una emergenza da risolvere nel minor tempo possibile”.

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