GRANA PADANA

Molinari: la Lega riparte dal Nord.
"Forza Italia non faccia giochetti"

Il sondaggio sulle europee nella circoscrizione premia la linea identitaria del Carroccio. "È qui la base elettorale che aspetta risposte sui nostri temi. Le previsioni di voto affossano il tentativo azzurro con Forza Nord". Pronti a rispondere al fuoco amico sulla riforma Calderoli

“Guardo i sondaggi sempre con grande cautela, però questi dati ci dicono cose importanti”. Quelli cui si riferisce il capogruppo alla Camera della Lega e segretario del partito in Piemonte, Riccardo Molinari, sono i dati del sondaggio di BiDiMedia in esclusiva per lo Spiffero sulle intenzioni di voto alle europee nella circoscrizione Nord Ovest, pubblicato ieri. Non è tanto il 28,4% dei Fratelli d’Italia a stupire visto la previsione del successo meloniano anche in questa tornata elettorale, quanto quel 13,2% proprio del partito di Matteo Salvini decisamente superiore, però anche questo sta nelle previsioni, rispetto alla soglia critica nazionale dell’8, ma decisamente avanti rispetto al 7,9% di Forza Italia, ovvero il partito che ambisce a raggiungere l’alleato arrivando a intimorirlo per un possibile sorpasso.

Invece, onorevole Molinari, almeno in questa parte del Paese pare che potrete guardare gli azzurri lontani nello specchietto retrovisore. Prima ancora di parlare dell’alleato, però, uno sguardo in casa: se il Nord tiene oltre le previsioni e i timori non dirà, proprio lei, che è il frutto della linea nazionalista e sovranista, con scivolamento a destra tenuta da Salvini? 
È evidente che la base sociale, elettorale e militante della Lega stia al Nord. Quindi temi come la questione settentrionale e la maggiore autonomia per le Regioni siano quelli cu cui ci si aspetta che da Roma portiamo a casa dei risultati”. 

Lei, in buona compagnia ma pure con qualcuno che sostiene il contrario, da tempo va spiegando che se non si vuole precipitare bisogna legarsi mani e piedi ai temi identitari della Lega. Adesso ha pure i numeri dalla sua.
“Sottolineare il fatto che il 29 aprile il testo sull’autonomia prodotto da Roberto Calderoli approda alla Camera e si è in dirittura d’arrivo per la sua approvazione è certamente un argomento che consolida quella che è la nostra base sociale ed elettorali che sta nelle regioni del Nord”.

Dicevamo di Forza Italia, riuscirete a tenerla a distanza di sicurezza per evitare se non il sorpasso, un tamponamento?
“Non so come finirà il dato nazionale, ma penso che Forza Italia se la si riesce tenere a distanza al Nord vuol dire una cosa chiara: gli elettori hanno l’intelligenza di capire che l’operazione condotta in questi ultimi tempi cercando di occupare e di intestarsi la questione settentrionale da parte del partito di Antonio Tajani non è credibile”.

Forza Nord, la corrente interna di Forza Italia creata e alimentata con ex leghisti, da Flavio Tosi a Marco Reguzzoni passando per il piemontese Roberto Cota, rappresenta un rischio per la Lega?
“Posso capire il tentativo di prendere gli scontenti della Lega, ma se qualcuno è scontento del nostro partito dubito che veda l’alternativa in Forza Italia che è comunque un partito storicamente a forte trazione meridionale, che ha i suoi governatori del Sud che cercano di contrastare l’autonomia, che in Europa appoggia Ursula von der Lyen e quindi politiche che danneggiano le imprese del Nord. Diciamo che mi pare un’operazione un po’ spericolata quella di provare a tenere i piedi in due scarpe, facendo il partito popolare europeo, liberale e democristiano con una forte presenza meridionalista e nello stesso tempo cercare di fare Forza Nord provando a rubare voti alla Lega. Se questi sondaggi venissero confermati sancirebbero il fallimento dell’impresa”.

Le percentuali del sondaggio sul voto europeo, trasposti sul piano regionale potrebbero accentuare ulteriormente il risultato del suo partito e la stessa distanza con Forza Italia?
“Il nostro obiettivo è quello di essere determinanti anche nella prossima amministrazione regionale. La scorsa volta abbiamo fatto vincere Alberto Cirio con i nostri voti, stavolta sapendo di non arrivare al quaranta per cento come cinque anni fa il nostro obiettivo, lo ribadisco, è essere una forza determinante per la maggioranza. In questa prospettiva, il dato del sondaggio sarebbe positivo senza dubbio. Un dato quello dei sondaggi che si spiega col fatto che stiamo lavorando tanto, siamo già partiti con una campagna elettorale in cui cerchiamo di valorizzare i nostri uomini sul territorio, i nostri candidati e il lavoro che hanno fatto”.

Torniamo alla linea della Lega. Se il sondaggio riconosce i temi identitari, a partire dall’autonomia, si può pensare che anche Salvini abbia compreso come sia sempre più necessario, anzi indispensabile, guardare al Nord e farlo offrendo agli elettori quel che in parte è stato negato sull’altare del nazionalismo e della rincorsa alla Meloni? Per non dire degli ammiccamenti all’ultradestra europea.
“Questo lo valuterà lui a urne chiuse. Io sono stato promotore del convegno sull’autonomia, tenuto nei giorni scorsi a Torino: penso sia stato un evento molto apprezzato e anche a livello nazionale ha avuto una notevole ricaduta anche perché c’era l’attesa di sentire la Lega parlare di questi temi. Penso che anche Salvini sia rimasto contento e abbia apprezzato. La stessa accelerata sull’autonomia l’abbiamo data. C’è un accordo con Giorgia Meloni e Tajani. È chiaro che Salvini si è mosso in questa direzione, credo che lo abbia fatto perché comprende che sia importante”.

Temete il fuoco amico di Forza Italia, visto i non poi così velati annunci di emendamenti tesi s spostare a dopo il voto l’approvazione della riforma sull’autonomia?
“L’accordo è che il testo, rimasto molto al Senato, venga approvato alla Camera così com’è, al netto di correzione tecniche. L’accordo è quello, se ci fossero mosse come quelle cui lei fa cenno, allora sarebbe violato un patto della maggioranza. In quel caso, pure noi, sul premierato potremmo avere molto da dire”.

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