FINANZA & POTERI

Via da Crt, esilio dorato per Bonadeo.
Palenzona lo manda in Banca di Asti 

Un posto nel board dell'istituto (partecipato al 6% dalla fondazione torinese) per il palenzoniano che ha osato sfidare il Capo. Accompagnato sull'uscio di via XX settembre dopo il tentato golpe per garantirsi il posto, "salvato" con la poltrona astigiana

Accompagnato all’uscio della Fondazione Crt, per Corrado Bonadeo il palenzoniano di ferro che ha osato sfidare Furbizio, si apre la porta della Banca di Asti. È il suo il nome che Fabrizio Palenzona indicherà come componente del consiglio di amministrazione dell’istituto di credito presieduto da Giorgio Galvagno e del quale la cassaforte di via XX Settembre è diventata socia con un ingresso nel capitale pari al 6% con la contestuale sigla di un patto parasociale con la Fondazione Cr Asti, principale azionista della banca.

E proprio un patto parasociale o qualcosa che gli sarebbe somigliato molto è stato ciò che è costato lo sfratto, seppure con la diplomatica via delle dimissioni, di Bonadeo dalla fondazione presieduta da quello che è sempre stato il suo nume tutelare. Tra gli artefici del “colpo di palazzo” che aveva detronizzato Giovanni Quaglia a favore di Big Fabrizio, Bonadeo era in scadenza dal parlamentino di via XX Settembre, ma il suo nome non compariva in nessuna delle terne indicate per il rinnovo, in calendario venerdì prossimo 19 aprile. Da qui la ricerca di una strada che gli consentisse di rientrare dalla finestra, garantendosi un accordo per essere inserito con altri nomi di fiducia, tra i quattro professionisti che dovranno essere cooptati e poi, quando Antonello Monti passerà in Compagnia di San Paolo, coprire il posto che lascia vacante nel cda. Una manovra subito intercettata, contrastata e altrettanto rapidamente annientata addirittura con una segnalazione al Mef da parte del segretario generale Andrea Varese. Una sberla proporzionata alla mani come badili di Palenzona. Il quale da soi disant “credente peccatore”, ma ancor più da accorto allievo della scuola democristiana dove s’insegnava a mettere al tappeto gli amici senza mostrarsi più crudeli del necessario, ha rapidamente offerto la stessa mano all’ammaccato e non più pericoloso Bonadeo.

Fuori dal sancta sanctorum torinese, ma spedito col biglietto di prima classe nella città del palio a ulteriore attestazione che anche di fronte a cavalli scossi, il mossiere Furbizio non si scompone e continua a dettare le regole. Un segnale si cosa accadrà a breve con l’ingresso di Bonadeo in Banca di Asti lo si poteva leggere tra le righe del viatico approntatogli dallo stesso Palenzona che tra ringraziamenti di rito e tre giri di chiave al portone della Crt, scrive: “Le dimissioni dissipano ogni questione insorta negli ultimi giorni in seno al consiglio di indirizzo e non precludono in alcun modo la possibilità che si presentino in futuro altre occasioni di collaborazione”. Furbizio l’occasione l’aveva già, bell’e pronta, in testa: la poltrona nel board della banca astigiana. Un posto che sarà assegnato a breve e che, ovviamente, fa gola a molti. Tra questi anche un altro Palenzona boy, come Cesare Rossini, ex vicepresidente della Fondazione Cr Alessandria e attuale numero uno di un’altra fondazione, Slala, ovvero la creatura creata molti anni fa proprio da Big Fabrizio per occuparsi di logistica e legare ulteriormente sulla via delle merci il Piemonte e la Liguria. Sarà una coincidenza ma proprio ieri, poche ore prima che Palenzona facesse la sua comparsa a Alessandria al convegno di Confindustria, con immediato rito del bacio della pantofola da parte di tutti i partecipanti, Rossini aveva proposto la sua acclamazione a presidente onorario di Slala.

Intanto, proprio nella fondazione alessandrina, dove Rossini è stato il vice di Luciano Mariano fino a non molto tempo fa, si sta ragionando concretamente sulla partecipazione, seppur “simbolica” (quindi con l’impegno di qualche milione di euro, non di più) della cassaforte mandrogna nella Banca di Asti, dov’è atteso Bonadeo.

print_icon