Troppe ombre tra i Cinquestelle

Il caso Pizzarotti mette in luce la più assoluta mancanza di trasparenza. Un problema che questa vicenda ripropone e che un Movimento che si candida a governare alcune importanti città e il Paese non può continuare a ignorare

Chi ha deciso la sospensione di Pizzarotti? Prima ancora di discutere il merito del provvedimento deciso dal Movimento 5 Stelle nei confronti di questo amministratore è questa la domanda che bisognerebbe porsi. Grillo ha accusato il sindaco di Parma di mancanza di trasparenza. Da che pulpito, mi verrebbe da dire, visto che nessuno sa dire quale organismo abbia deciso di assumere tale provvedimento.

A Pizzarotti viene contestato il reato di abuso d’ufficio per la nomina dei vertici del Teatro Regio della città. I giornali, tra l’altro, riferiscono che si sarebbe trattato di nomine di assoluta competenza. È compito dei magistrati accertare fatti e responsabilità. Intanto però la logica, il garantismo, il buon senso avrebbero voluto che il Movimento 5 Stelle non giungesse a conclusioni avventate nei confronti del suo amministratore, esattamente come sta avvenendo per il sindaco di Livorno.

Fino a qualche ora fa, alcuni parlamentari dei Cinque Stelle ci spiegavano che le accuse che venivano rivolte ai due sindaci non giustificavano la richiesta di dimissioni. Oggi, la decisione di Grillo che riguarda però soltanto uno dei due sindaci. Ma se è così, perché Pizzarotti sì e Nogarin no? Perché non è mai stato in linea con i vertici del Movimento, diversamente dal primo cittadino di Livorno? Qualcuno ha deciso che Pizzarotti andava sospeso senza che al diretto interessato sia stata data la possibilità di spiegare le sue ragioni, nonostante abbia più volte cercato di conferire con Di Maio e i vertici del Movimento.

Ma torno alla domanda iniziale: chi ha deciso? Grillo? Il Direttorio? La Casaleggio Associati nella persona del figlio che, secondo alcuni, avrebbe dato il via alla operazione? Nessuno lo sa. Casaleggio senior è stato, insieme a Grillo, uno dei leader del Movimento. Le decisioni più importanti, sia per quanto riguarda la composizione delle liste che le scelte politiche e programmatiche, passavano di li. Casaleggio junior è subentrato al padre alla guida del Movimento. Lo ha deciso un qualche organismo sulla base di valutazioni di merito? No, è stata una successione dinastica; decisa da una manciata di persone. Nel segno della più assoluta mancanza di trasparenza. Un problema che questa vicenda ripropone e che un Movimento che si candida a governare alcune importanti città e il governo del Paese non può continuare a ignorare.

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