La sinistra ha bisogno di un piano

Per sfidare Renzi non è sufficiente lanciare un nome che gode di una certa popolarità senza che si affronti prima la questione della proposta politica. A partire dalle condizioni materiali dei cittadini

Per imprimere una svolta all’intera sinistra prima il progetto poi il nome. Al netto dei tatticismi, del piccolo cabotaggio della quotidianità politica, il dibattito aperto da Gianni Cuperlo sul leader esterno, da cercare al di fuori del Pd per unire nuovamente l’area riformatrice in crisi di identità e soprattutto per far svoltare la sinistra verso politiche che siano più consone ai propri valori, rispetto a quelle che si sono viste negli ultimi anni, appare un dibattito quanto mai opportuno.

Perché una tale discussione politica possa appassionare il popolo della sinistra e possa risultare quantomeno comprensibile a quella maggioranza di cittadini che si sta impoverendo per effetto della crisi bisogna sgombrare il campo dalle illusioni. Come quella che sia sufficiente lanciare un nome che gode di una certa popolarità senza che si affronti prima la questione della proposta politica. Il nome dello sfidante di Renzi in prospettiva delle prossime politiche, va legato ad una assunzione di precise responsabilità di governo sulle scelte cruciali da compiere riguardo all'austerità da superare, al sistema economico e finanziario da ricentrare sulla persona e sul lavoro anziché sulla ricerca di un profitto senza limiti, alla politica internazionale da iniziare a concepire in senso cooperativo e multipolare, senza aspettare di vedere chi vincerà le elezioni americane, ritirando il nostro Paese da conflitti che sono contrari ai valori costituzionali e agli interessi dell’Europa.

In particolare, non potrà nascere una nuova sinistra popolare, rappresentativa degli interessi dei ceti sociali che più stanno subendo la crisi, senza compiere una scelta chiara sull’austerità. Ancora gli ultimi dati confermano un’economia in deflazione ed un mercato del lavoro che non riparte, con una percentuale di giovani esclusi fra le più alte d’Europa. L’abbandono reale dell’austerità, con tutto quanto questa scelta implica, in favore di politiche economiche espansive è la posizione indispensabile da assumere perché possa compiersi una ‪‎svolta di fondo nell’ampio e variegato schieramento riformatore, un cambio di visione da cui dipende il recupero di credibilità di questa parte politica – nell’immaginario popolare sempre più associata all’establishment, a Goldman Sachs, a Monti - verso quei tanti elettori che l’hanno abbandonata delusi per l’astensionismo o per i Cinquestelle.

Per preparare questa svolta c’è di fronte una grande occasione: la ‪prossima ‎legge di stabilità. I parlamentari che credono in questo progetto hanno l’occasione per avviarlo nel concreto già da settembre, sapendo che ben difficilmente si possono conciliare i diktat della signora Merkel con l’obiettivo di cambiare con successo il volto della sinistra.

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