Caro Dario, la tua prospettiva è "Chiara"

Caro Ministro, caro Dario,
chi ti scrive non è un tuo distante avversario politico, ma una persona che segue e condivide la tua azione dal lontano 1997: 22 anni in cui insieme abbiamo affrontato l’evoluzione del Partito Popolare Italiano nella Margherita, facendo nascere (ero segretario provinciale allora) poi questa splendida avventura chiamata “Partito Democratico”, del quale faccio parte oggi come componente della Direzione Nazionale.

Ho letto e riletto la tua intervista apparsa su Repubblica a firma del sempre apprezzabile Claudio Tito e vorrei, attraverso questo spazio, portarti le mie considerazioni, forte dell'esperienza di consigliere comunale a Torino (dopo essere stato assessore nella Giunta Fassino).

La prospettiva che tu disegni è per noi, meglio che per chiunque altro, molto “Chiara” ma … la domanda che pongo e che mi permetto di sottoporre alla tua attenzione è la seguente: nel tuo proporre un percorso di accordi territoriali, ti sei confrontato con qualcuno che ogni giorno, sui territori, lotta contro politiche e scelte lontanissime dai nostri principi e dalla nostra visione di sviluppo? Ti rendi conto di quanto siano lontane le linee di sviluppo delle Città governata dal M5s rispetto alla nostra strategia di relazione con i problemi delle aree urbane?

Non penso che il principio dell’accordo territoriale con la giustificazione di “battere la destra” possa essere accettato: la nostra Sindaca, e la sua maggioranza bulgara, ad esempio, hanno rifiutato le Olimpiadi invernali, hanno tentato di bloccare la progettazione della seconda linea della metropolitana, hanno cancellato opere importanti di trasformazione a beneficio della mobilità, hanno operato scelte urbanistiche che sono rivolte ad una Torino sempre più piccola e sempre meno capace di affrontare le sfide del futuro.

Ti potrei fare tanti altri esempi, citare la TAV e la cancellazione delle trasformazioni del servizio ferroviario per uno sviluppo metropolitano della mobilità cittadina, segnalarti le grandi manifestazioni osteggiate dall’amministrazione ed alla fine migrate a Milano, palarti della costante azione di stalkeraggio sulla mobilità automobilistica accompagnata da tagli sul trasporto pubblico senza nessun principio condiviso e condivisibile: ma sono convinto che li conosci anche tu questi aspetti.

Ti invito, in maniera non provocatoria visto che hai avuto come me la fortuna di vivere un consiglio comunale, a passare a trovarci lunedì prossimo: ti accorgerai da solo, ascoltando la controparte, di quanto siamo distanti, di quanto sia inconciliabile la nostra posizione sullo sviluppo sostenibile della città con il loro arretrato pensiero ideologico della decrescita felice, del “freno a mano” che la stessa Sindaca ha detto di aver avuto “tirato” per i primi 2 anni di mandato all’atto della defenestrazione del Suo vicesindaco con delega all’urbanistica…

Questi nostri futuri alleati hanno occupato Palazzo Civico nel 2016, dimostrando disprezzo per le Istituzioni, al grido di “honestà honestà” insinuando, neanche tanto velatamente, che noi fossimo il malaffare, i corrotti, la casta da ammanettare.

Ti chiedo di rifletterci caro Min… caro Dario: il fine non giustifica i mezzi e in questo caso rischiamo davvero di perdere la credibilità che, con fatica, stiamo ricostruendo nell’elettorato che è prima di tutto cittadino delle nostre aree urbane: dopo 22 anni di “onorato servizio” al tuo fianco, stai mettendo a rischio anche il rapporto di fiducia di tanti amministratori locali come me verso un Partito che è davvero diventato Democratico nel tempo, ma che non mi porterà sulla scorciatoia più breve per tornare al governo delle nostre città. L’alleanza con il Movimento 5 Stelle non è la mia prospettiva.

*Claudio Lubatti, consigliere comunale del Partito Democratico di Torino – Componente della Direzione Nazionale del Pd (già Assessore ai Trasporti della Giunta Fassino)

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