Grattacielo e Parco della Salute, i nodi

Secondo un’ultima previsione il termine dei lavori del grattacielo della Regione Piemonte, iniziato il 30 novembre 2011, dovrebbe avvenire alla fine dell’anno prossimo, nel mese di novembre del 2020. Sono saltate le precedenti previsioni che stabilivano la fine dei lavori nella primavera del 2017 e, successivamente, nella primavera del 2019. È perdente il confronto con il grattacielo Intesa Sanpaolo i cui lavori sono iniziati il 12 dicembre 2008 e terminati a metà dicembre 2014 quando è iniziato il trasferimento del personale. Sono stati necessari sei anni per la costruzione del grattacielo Intesa Sanpaolo mentre, sempre che venga rispettata la data di novembre 2020, saranno trascorsi ben otto anni per la costruzione del grattacielo della Regione Piemonte.

A questo punto è ormai superata la considerazione già fatta dal sottoscritto relativa alla inutilità della costruzione del grattacielo dell’architetto Fuksas. Tutti gli uffici e gli organi della Regione potevano infatti essere collocati nella sede dell’ex Provincia di Torino, ex palazzo Sip di corso Inghilterra, nella sede dell’attuale assessorato alla Sanità, già ristrutturato, negli uffici regionali, anche questi ristrutturati, situati al Rondò della forca, edifici tutti poco distanti tra loro, fermo restando la sede del Consiglio Regionale a Palazzo Lascaris.

Il mancato rispetto della data di fine lavori entro la primavera del 2017, secondo calcoli per difetto, ha comportato e comporterà una spesa aggiuntiva di 70.000 euro al giorno, derivante dall’immobilizzo del capitale già speso, dagli interessi bancari, dalla continuazione del pagamento delle venti sedi in affitto, da parte della Regione, consistente in 13 milioni di euro all’anno. Le venti sedi in affitto, che costano da sole più di 35.000 euro al giorno, dovevano infatti essere chiuse ed il personale doveva essere trasferito nel nuovo grattacielo. Nel calcolo vanno compresi anche i costi sicuri per la sostituzione di 1.270 finestre difettose, su un totale di 2.870, i costi per altri difetti già riscontrati anche nella pavimentazione ed il costo della parcella già liquidata in anticipo all’architetto Fuksas prima della fine dei lavori. Questi costi vanno aggiunti ai 208 milioni di euro inizialmente previsti e comporteranno una spesa superiore ai 260 milioni di euro ultimamente previsti dalla precedente Giunta Chiamparino e saranno molto vicini piuttosto a 300 milioni di euro. Ovviamente, a questo punto, la costruzione del grattacielo deve essere completata senza ulteriori ritardi e l’ultima previsione di fine lavori deve essere rispettata senza ulteriori slittamenti.

La costruzione del grattacielo della Regione ha causato anche un’altra grave conseguenza, ha infatti sottratto spazi notevoli dell’area ex Fiat Avio al nuovo Parco della Salute dove potevano essere collocati gli ospedali Molinette, Dermatologico, C.T.O., S. Anna ed Infantile Regina Margherita. La costruzione del nuovo Parco della Salute poteva così avvenire agevolmente senza interferire con l’attuale erogazione dell’assistenza ed il trasferimento del personale poteva essere effettuato, anche gradualmente, secondo un programma definito. Adesso tutto è diventato più difficile.

Gli spazi a disposizione del Parco della Salute sono più limitati. Hanno comportato da parte della precedente amministrazione una riduzione di posti letto drastica dai 2.300 dell’attuale Aou Città della Salute e della Scienza a 1.440, con aumento di posti letto, peraltro non definito, in presidi dell’Azienda Città di Torino e delle Asl n.3, 4 e 5 della provincia e senza altri necessari chiarimenti. Questa riduzione di posti letto comporta soltanto danni agli utenti e va bocciata. Si determinerà inoltre una fortissima concentrazione di operatori della Regione Piemonte, circa 2.000 dipendenti, e dell’attuale Città della Salute, parte consistente dei 9.500 dipendenti e di utenti in una zona della Città con una viabilità limitata ai soli due lati del quadrilatero, con strade strette, via Passo Buole e via Nizza a senso unico già oggi molto trafficate con prevedibili code di auto e di altri mezzi di trasporto che renderanno difficoltoso ed insopportabile il raggiungimento della nuova sede della Regione e del Parco della Salute. Il prolungamento della Metropolitana rivestirà invece un ruolo positivo.

La storia degli ospedali, anche della nostra città, ci insegna che debbono essere previsti per i presidi sanitari spazi superiori alle necessità previste al momento della loro progettazione. Infatti quasi tutti gli ospedali cittadini, ad esempio Molinette, S. Giovanni Bosco, Martini, in periodi successivi alla loro entrata in funzione, sono stati oggetto di sopraelevazioni e/o costruzione di nuovi padiglioni. In questo caso invece, almeno fino ad ora, si è proceduto in maniera inversa. La situazione adesso richiede, senza indugi e perdite di tempo, un nuovo programma per quanto riguarda la collocazione dei presidi, dei servizi e di tutte le strutture sanitarie della Città della Salute e della Scienza nell’area attualmente rimasta a disposizione. Le nuove realizzazioni e le necessarie profonde ristrutturazioni delle strutture esistenti vanno riprogrammate e decise ascoltando il Comune di Torino, l’Università. l'Aou, le organizzazioni sindacali e tutte le altre associazioni interessate e coinvolte in questo grande progetto. L’esperienza ci insegna che occorre partire, anche con qualche mese di ritardo, con il piede giusto, per evitare così cambiamenti in corso d’opera che comportano gravi e più pesanti ritardi ed aumenti dei costi.

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