Il Paese dei tonni

Questa mattina prendendo un caffè nel centro storico di Alba, un giovane barista mai ha fatto vedere quante pratiche la burocrazia gli domanda per poter lavorare. Questo succede in un Paese dove in molte città i bambini giocano tra topi e l’immondizia, dove il trenta per cento di “burini” fanno il bello e cattivo tempo, dove ci vuole “Striscia la notizia” per far notare la decadenza delle periferie in balia della droga.

La burocrazia obbliga chi lavora alla barbarie burocratica, quando basterebbe che molte leggi si facessero rispettare premiando chi lavora e si impegna civilmente. Pare che si preferisca distruggere che costruire un Paese normale, un Paese dove si puniscono i delinquenti e si premiano i giovani di buona volontà. Purtroppo l’evidenza ci dice il contrario: essere delinquente spesso è una qualifica di salvataggio, una medaglia da vantare con gli amici. Cosi il Paese dei tonni rimane in silenzio, non fa traboccare le piazze, rimane chiuso in scatola come si conviene a un tonno di buona qualità che aspetta l’apriscatole.

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