Quel metodo che ci manca

A molti sarà capitato di guardare il programma “Indagini ad Alta Quota” che in Italia va in onda sul canale Focus del digitale terrestre. Il programma analizza incidenti, mancati incidenti (near miss), dirottamenti e attentati aerei, realmente accaduti, per mezzo di ricostruzioni sceneggiate e di immagini, generate al computer, basandosi su rapporti ufficiali e testimonianze oculari. In ogni episodio, a partire dalle prove disponibili, esperti di aviazione, piloti, testimoni e investigatori sono intervistati per ripercorrere la sequenza degli avvenimenti, analizzare le cause dell'incidente ed illustrare le modalità di investigazione utilizzate, al fine di ricostruire con precisione la dinamica degli eventi e, al contempo, di illustrare le raccomandazioni e le prescrizioni introdotte per evitare il ripetersi di incidenti similare.

Nel programma si osserva come la National Transportation Safety Board (NTSB), un’agenzia investigativa indipendente del Governo degli Stati Uniti, indaga ed emette rapporti in merito agli incidenti che coinvolgono aeroplani, navi, treni, oleodotti e gasdotti, con lo scopo primario di migliorare la sicurezza del sistema dei trasporti civili degli Stati Uniti. L’NTBS non si limita ad individuare l’ultimo anello della catena (sia esso persona o automa) che ha contribuito a causare l’incidente, ma soprattutto il suo lavoro è volto a capire quali sono state tutte le condizioni abilitanti l’incidente per poi emanare “raccomandazioni” tese a diminuirne la possibilità che possa ripetersi. Come si evince dalla trasmissione, l’NTBS effettua una indagine “sistemica” utilizzando rigorose metodologie di analisi di processo che consentono di descrivere tutte le attività e gli eventi concorrenti (paralleli), anche perché l’ultima azione che ha scatenato l’incidente potrebbe non necessariamente essere l’unica e soprattutto la più significativa.

Una simile prassi, se utilizzata per comprendere il “perché” sia caduto un ponte, il perché sia fallita una società, il perché un operazione chirurgica non sia andata bene, ecc. riuscirebbe a valutare tutte le concause che hanno portato all’incidente e non solo quelle più banali ed evidenti (spesso non sostanziali e neanche sufficienti a determinare l’esito di un evento) per evitare che il fatto possa ripetersi.

In Italia nonostante le molteplici indagini della magistratura e il proliferare di “commissioni” parlamentari ecc., abbiamo gli stessi problemi che si ripetono da decenni: la malavita organizzata è sempre più forte, i ponti continuano a cadere e le società continuano a fallire, e sulle grandi stragi (Bologna, piazza Fontana, Itavia, ecc.) da decenni si naviga al buio. Sembra che nel “belpaese” l’importante sia indagare e processare il soggetto che fa più comodo, per i più svariati e variopinti motivi, imputare come colpevole magari per poi dopo anni, come Valpreda, scagionarlo per non aver commesso il fatto.

Sarebbe auspicabile l’adozione almeno da parte degli “apparati” di Stato di metodologie comparabili a quelle adottate dall’NTBS ma è molto difficile pretendere che in uno “Stato” dove si confonde meritocrazia, democrazia e onestà agisca sempre secondo efficienza, efficacia, democrazia, meritocrazia ed anche onestà. A tal riguardo è su tutti i media il “caso” Sergio Battelli, il deputato riconfermato presidente della commissione sul Recovery Fund che come titolo di studio vanta la licenza di terza media e come esperienze professionali afferma di avere fatto «10 anni da commesso in un negozio di animali e chitarrista di una band rock ligure».

Referenze, forse, un po’ “sottotono” per guidare una commissione parlamentare che si occupa di Politiche dell’Unione Europea e che ora, per di più, si trova a dover vigilare sulla gestione dei fondi del Recovery Fund. Ma per Sergio Battelli, 37 anni, deputato ligure del Movimento 5 Stelle, non è affatto un motivo di “imbarazzo” e dice: «La riconferma a presidente della Commissione per le Politiche dell’Ue alla Camera è per me un grande onore e vorrei ringraziare tutte le forze di maggioranza e opposizione per la fiducia e la stima riposta nei miei confronti». A chi gli ricorda il suo modesto titolo di studio e la sua esperienza lavorativa non pertinente all’incarico ricoperto risponde: “Non ho mai nascosto di non aver terminato la scuola superiore, è stato un errore? sicuramente sì ma come sa chi mi conosce bene, o segue la mia attività politica, ho sempre continuato a studiare e lavorare onestamente». Chissà se il “simpatico ed onesto” parlamentare quando dovesse farsi operare, costruire una casa o prendere un aereo si preoccuperebbe solo e soltanto che il chirurgo, l’ingegnere o il pilota siano “cittadini” onesti.

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