A fianco dei lavoratori "ignoti"

Con la pandemia molte imprese hanno aumentato i fatturati, ma ciononostante continuano a non voler riconoscere un giusto contratto a tutti quei lavoratori che ancora una volta hanno dimostrato il loro valore durante la pandemia lavorando in prima fila con responsabilità e dedizione a favore della collettività e in alcuni casi pagando anche con la loro vita. Le associazioni datoriali con arroganza fanno richieste che mettono in discussione diritti e retribuzioni. Senza gli addetti alle pulizie tante attività si fermerebbero immediatamente: nessuno pulirebbe ospedali, ambulatori, autobus, metropolitane, centri commerciali, fabbriche, sedi istituzionali e molte altre attività sia in ambito pubblico sia in quello privato. Lavoratori che guadagnano 7 euro lordi all’ora, costretti al part-time involontario, continui trasferimenti e modifiche degli orari di lavoro, e sempre più spesso, non retribuiti. Lavoratori, che durante il periodo più buio della pandemia sono stati definiti: cavalieri ed eroi, non hanno bisogno di titoli ma solo del riconoscimento del loro lavoro attraverso il rinnovo del Contratto Nazionale.

Per questo motivo venerdì 11 dicembre 2020 per l’intera prestazione lavorativa saranno a rischio le sanificazioni nei luoghi di lavoro,nel settore pubblico che privato. Come Fast Alas saremo assieme ai lavoratori degli ospedali e degli ambulatori, che senza di loro non potrebbero aprire, saremo assieme ai lavoratori in appalto dentro alla Regione e alle sedi del Comune, che senza di loro sarebbero invase dalla sporcizia, saremo assieme a chi opera nei depositi della Gtt, perché senza di loro i mezzi non solo sarebbero sporchi ma anche non riforniti di carburante e resterebbero fermi in deposito, saremo ai centri commerciali, perché senza sanificazione resterebbero chiusi.

Questi lavoratori durante la pandemia hanno garantito che tutte quelle attività necessarie restassero aperte, e oggi garantiscono che chiunque possa lavorare in sicurezza, anche per questo chiediamo alla politica di prendere posizione rispetto a questa vertenza, stessa presa di posizione che chiediamo ai committenti sia privati che a maggior ragione pubblici. Lo dobbiamo tutti a questi lavoratori. Dobbiamo a tutti loro il rispetto che le associazioni datoriali ancora una volta vogliono negare. Ci rendiamo fin da subito disponibili a discutere per trovare soluzioni alla vertenza, in assenza di dialogo non ci resta che lottare.

I lavoratori subiscono pesanti ripercussioni sulla propria condizione a ogni modifica di legge sugli appalti. Come sta accadendo con il decreto “sblocca cantieri”, che ripristina il massimo ribasso per l’aggiudicazione e allarga il ricorso al subappalto senza indicazione dei subappaltatori. Con queste modifiche i lavoratori si troveranno da una parte con tagli sugli orari di lavoro e dall’altra, per effetto dell’allentamento dei controlli sui subappalti, rischiano di diventare un ingranaggio di un sistema criminale. 135 miliardi è il valore del mercato degli appalti e del lavoro di chi vi opera: i lavoratori dicono basta alla manomissione delle leggi. Con la corruzione dilagante negli appalti sono i lavoratori che pagano sempre il prezzo più alto perché i primi effetti sono il mancato pagamento delle retribuzioni o l’estromissione dell’azienda con la perdita del posto di lavoro senza aver nessuna colpa. Chiediamo scusa all'utenza per i disagi che si verificheranno, ma il vaso è colmo!

* Roberto Faranda segretario provinciale Fast Alas Confsal Torino

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