Viaggiare a Torino, una vera odissea

In prossimità ormai del rinnovo dell’amministrazione comunale di Torino, sarebbe il caso di tirare le somme sulla gestione dei servizi pubblici in questi ultimi cinque anni. E, beninteso, senza voler dare giudizi politici o dilettarmi di opinionismo fine a sé stesso, mi limito a fare qualche valutazione dal semplice punto di vista di un normalissimo cittadino utente. Un cittadino utente che non ha l’automobile e che, già solo per questo, dà un contributo personale all’ambiente in cui vive che dovrebbe essere apprezzato e incentivato con azioni concrete e non solo con belle parole e dichiarazioni d’intenti che però non trovano alcun riscontro pratico.

In quanto, dunque, cittadino utente senza automobile che però deve andare a lavorare tutti i santi giorni, non posso fare a meno di utilizzare il trasporto pubblico che forse funziona meglio in una qualunque città del terzo mondo piuttosto che a Torino: un viaggio in bus o tram è un’avventura sempre diversa ma quasi mai positiva! Pochi mezzi, prevalentemente mal ridotti (stranamente solo a fine legislatura cominciano a circolare alcuni mezzi nuovi di pacca… ma sempre pochi), percorsi e tempi di percorrenza assurdi (per andare da un capo all’altro della città non meno di tre linee e un’ora e trenta di viaggio), frequenza dei passaggi insufficiente e inaffidabile, deviazioni quotidiane e, ciliegina sulla torta, soppressione di linee in occasione di festività e ferie (peccato che io, come molte altre persone, lavoro anche ad agosto o a Natale).

Pur pagando saporitamente l’abbonamento urbano, sono più le volte che mi capita di rinunciare all’uso dei mezzi e di andare a piedi: in questo modo patisco meno lo stress, mantengo una discreta forma fisica e sono sempre puntuale! Sì, sono diventata mio malgrado maratoneta, ma non come quelli fighi che lo fanno per sport nel tempo libero, lo sono diventata per pura necessità e mancanza di alternative. Ah certo, le fantastiche alternative come le piste ciclabili o i monopattini elettrici le ho valutate, ma avendo ormai più di 50 anni e pensando alla cura della mia salute e sicurezza, preferisco lasciare questo stile di mobilità ai ventenni ai quali spero sia più congeniale.

E per restare in tema di sicurezza aggiungerei che ho passato anche più di qualche disavventura recandomi a lavoro a piedi alle 6 del mattino o rientrando la sera dopo le 20, senza considerare le innumerevoli risse alle quali ho assistito pure a bordo dei mezzi pubblici. Potrei parlare anche dell’odissea di dover usufruire dei servizi anagrafici, ma quelli per fortuna non servono tutti i giorni e, quando servono, ci si arma di santa pazienza tanto si sa che ultimamente funziona così.

Ma per quanto tempo le cose dovranno ancora funzionare così? Si parla tanto di Torino città turistica ma quali servizi possiamo offrire ai turisti se non siamo in grado di garantire il buon funzionamento dei servizi essenziali ai residenti? Forse, su questi temi i candidati sindaci dovrebbero fare qualche riflessione.

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