SANITA'

Emodinamiche, il Tar sospende le chiusure

Il Tribunale amministrativo stoppa il provvedimento della Regione sul San Luigi di Orbassano e il Santa Croce di Moncalieri. Il ricorso presentato dal sindacato dei dirigenti medici Anaao. L'assessore Cavallera: "Prendiamo atto e approfondiremo la questione"

I laboratori di emodinamica dell’ospedale San Luigi di Orbassano e dell’ospedale Santa Croce di Moncalieri continueranno a prestare servizio. Almeno per il momento: l'udienza di merito è fissata al 18 giugno 2014. Il Tar del Piemonte, infatti, ha concesso la sospensiva sull’efficacia della delibera del 28 dicembre 2012 che ne stabiliva la chiusura, nell’ambito della riorganizzazione ospedaliera. A ricorrere avverso la decisione della Regione è stata l’Anaao, associazione sindacale dei medici dirigenti. “Viene così smontato un altro pezzo della riforma voluta da Monferino che si rivela, come sempre da noi affermato, una riorganizzazione frutto di totale incompetenza e improvvisazione. Dopo l’inabissamento delle Federazioni non vi sono dubbi che in questi 3 anni sono state messe in atto delibere che hanno contribuito a devastare il nostro sistema sanitario nella più totale opacità metodologica. Siamo fieri di aver dato questa sonora sberla giuridica all’ex Assessore-Ingegnere dimostrando che in Sanità la competenza è valore ancora rilevante rispetto alla arroganza”, ha dichiarato il segretario regionale di Anaao Assomed Gabriele Gallone (foto).

 

In serata è giunta la reazione della Regione, che si è costituita parte in causa nel procedimento, dopo le timide aperture fatte nei giorni scorsi dal neo assessore alla Sanità Ugo Cavallera: “Nel momento in cui ci sarà il parere del Tar si potrà prendere una decisione politica”, aveva affermato il nuovo inquilino di corso Regina Margherita. “Prendiamo atto delle sentenze del Tar sui ricorsi presentati da vari soggetti sulle chiusure delle emodinamiche - scrive in una nota l'assessore -. Ci riserviamo, nelle prossime ore, di approfondire il contenuto del dispositivo e di assumere ogni decisione in merito. Ribadisco l’intenzione - come pubblicamente dichiarato e già comunicato al tavolo di monitoraggio della spesa socio-sanitaria - di svolgere approfondimenti sul tema anche in relazione alle esperienze di alcune regioni assimilabili al Piemonte per dimensioni e caratteristiche del sistema sanitario, in modo da avere ulteriori elementi di riferimento e decidere in modo il più possibile oggettivo”.

 

Il risultato ottenuto oggi in sede giudiziaria è stato possibile grazie alle mobilitazione di operatori e cittadini che hanno dato vita in questi mesi a numerose iniziative di protesta e dall'azione incalzante di alcuni politici - di opposizione (Mauro Laus e Stefano Esposito) e di maggioranza (Daniele Cantore) - che hanno ingaggiato un duro braccio di ferro con l'allora assessore Paolo Monferino. “Quel che si è cercato di far passare per campanilismo – commenta a caldo Laus (Pd) - erano invece concrete preoccupazioni che i giudici hanno saputo riconoscere e che adesso anche Cota e la sua maggioranza dovranno mettere al centro”. “Giustizia è fatta – chiosa Cantore (Pdl) –. Ma soprattutto sono salve la salute e la vita di molti cittadini Peccato che, come al solito chi amministra non sia arrivato prima della giustizia amministrativa a ritirare le delibera”. Di giunta composta fa dilettanti allo sbaraglio parla invece Eleonora Artesio (Fds): “Qualcuno dovrebbe spiegare a Cota - che ancora ieri si vantava di come sotto la sua guida la sanità piemontese fosse diventata un modello in grado di attirare i pazienti anche dall’estero -  che la sua pasticciata riforma, scritta e riscritta più volte, sempre senza metodo e senza ascoltare né gli operatori né i cittadini, fortunatamente non è mai partita, né probabilmente mai partirà”.